martedì 20 marzo 2012

DIFFERENZA IDEOLOGICA TRA DESTRA E SINISTRA

DIFFERENZA IDEOLOGICA TRA DESTRA E SINISTRA
Possiamo partire dal termine stesso, dalla parola "destra",per capire che lo spirito della destra è quello di  chi cerca una via dritta nella politica , la via giusta alle cose sociali. . La destra cerca il giusto ,piuttosto che l'ugualitarismo populistico e demagogico ...... ma nel fare questo spesso resta fossilizzata nella difesa del rango sociale e della casta ...... Da questo atteggiamento che è piu spirituale che ideologico, nasce una esigenza di chi è orientato a destra a trovare dei legami etici , quindi a cercare un bene comune su valori etici validi per tutti che sono un entità morale spirituale da tradurre storicamente , il che non è mai semplice . La verda destra cerca di tradurre la giustizia stioricamente. Ecco come si spiega l'amore, allora,alla legge , alla tradizione , all'autorità , alla famiglia ,solo per stabilire una legge "giusta " in mezzo all'anarchia della cosiddetta rivoluzione del progresso...... . In questo atteggiamento la destra tenta di fossilizzarsi e legarsi col tempo più al potere e alla difesa della casta che non al desiderio di giustizia giusta che l'ha portata al governo . Cosi essa offre di nuovo il fianco alla rivolta e al cosiddetto progresso della sinistra o al populismo ... Pian piano l'anelito etico e morale scema nella destra per gli interessi legati al potere e la destra soffre di quella stessa giustizia di cui dovrebbe essere la portatrice ... Di questa giustizia si fa portatrice lo stesso populismo che diventa rivoluzionario e innovativo all'apparenza . La destra quindi è legata ad alcuni concetti morali non trattabili che spesso vede nella tradizione tramandati e che spesso confonde con il nazionalismo . Inoltre la destra è legata a un atteggiamento che possiamo definire autoritario che vede nel termine stesso . La destra non crede che il popolo sia capace di trovare dei valori giusti,il popolo è una puttana che si offre al maggior offerente . La destra si basa su principi non trattabili perchè il popolo è sempre manipolabile sia dalle necessita , sia dall inganno ideologico dall'èlite del potere sia di destra che di sinistra , sia dalla fame o dai suoi istinti imperialistici sui popoli piu deboli . Quindi essa impone con "la destra" questa giustizia e questi valori non trattabili senza aspettare il voto del popolo casomai ci fosse su questi valori ....... Quando la destra ha perso la cognizione dei valori non trattabili che non vanno scelti per alzata di mano o altro da una minoranza o maggiornza ( levitico ) , allora la destra non è piu destra , ma massoneria ecumenica , cioè una cosa democraticistica come oggi, intenta solo alla difesa del potere e a coservare il quotidiano . Quando ha perso l'anelito alla giustizia e ai valori comuni non trattabili , il potere diventa un banditismo , dove tutto può essere comprato sia con i voti e sia con i soldi . Il voto decide il potere e i soldi determinano il voto .Anche la delinquente fa parte di questo gioco ........ Ecco che allora appare come progresso o progressismo rivoluzionario la rivolta a questo potere dispotico che di destra ha solo il nome ma che difende spesso dei valori scaduti e traditi, quindi una casta e degli interessi particolari . La destra non è contro la proprietà privata e i mezzi di produzione privati,pero è per il bene comune ,non è per il furto dello stato con le tasse ma per la difesa della capacita imprenditoriale del singolo finche non prevarichi il bene comune . La destra quindi è per alcuni mezzi necessari da garantire a tutti come la proprieta ,l'istruzione ,l acqua ,l'aria ,la sanità pubblica , la difesa , l energia ,le strade , le comunicazioni ,l 'economia bancaria , contro l'usura , insomma il bene comune , che solo determinati valori comuni possono garantire .

1 commento:

  1. In politica, la discriminante tra destra e sinistra è riconducibile a due ossessioni:

    - la prima (il tormento della destra) è la fobia verso gli elementi percepiti come incompatibili con i modelli in uso nella società;

    - la seconda (l’assillo della sinistra) è l’intolleranza nei confronti dei modelli che appaiono imposti dalla società.

    Per afferrare il significato di queste righe, occorre spiccare un salto indietro negli anni, ricordandoci le principali inquietudini che ci hanno assalito durante il processo d’inserimento nella società, quando, da bambini, abbiamo intrapreso a frequentare la scuola, meglio: la classe.
    Proprio all’interno della classe abbiamo avuto a che fare con un compagno fonte di un certo disagio: era il “cattivo Giannino”, lo scolaro dall’atteggiamento irriguardoso e dal profitto non proprio brillante, l’alunno seduto all’ultimo banco che quasi certamente ti rubava la merenda, l’abituale ritardatario munito di un solo quaderno, deformato dalle innumerevoli orecchie e zeppo di orribili scarabocchi, il delinquentello dal quale era meglio tenersi alla larga, se non volevi ritrovarti con qualche livido o col grembiule strappato. Ancora: l’irrecuperabile discolo che aveva l’impudenza di mostrare il pistolino alla compagna del secondo banco e che, al rientro dal gabinetto, emanava un terribile odore di sigaretta.
    Certamente il “cattivo Giannino” ha costituito, per chi più e per chi meno, un cruccio all’interno della classe/società. Non dobbiamo però scordarci di un altro compagno, origine di angosce forse più devastanti, era il “bravo Pierino”, rampollo di buona famiglia: lo scolaro che occupava il primo banco, attento alla lezione, rispettoso verso gli insegnanti, premuroso nei confronti dei compagni indigenti, beneducato, vestito in modo consono con l’ambiente frequentato, mai spettinato, provvisto di libri foderati e disposti bene in ordine. Quello che riponeva con cura le matite nell’astuccio dopo averle usate, che eseguiva con diligenza i compiti assegnati, nella cui pagella erano riportati i voti più alti, che tutte le mattine sostava davanti al portone della scuola per almeno cinque minuti, nell’attesa della campanella d’ingresso.
    Un modello da imitare, la pietra di paragone quando percepivamo l’ansia di non essere all’altezza nella competizione sociale, e ogniqualvolta il rimbrotto del genitore, o l’osservazione dell’insegnante, facevano riferimento, più o meno sottinteso, a quella figura.
    Era proprio il “bravo Pierino” che ci turbava particolarmente, soprattutto quando lo avvertivamo imposto dalla società come modello comportamentale.
    E’ di fondamentale importanza rimarcare che il “bravo Pierino”, nei propositi della presente “trattazione”, non è da considerarsi bravo in senso assoluto, ma come modello di riferimento che la società, a volte sbagliando, valuta positivamente, ma soprattutto che pretende di imporci. Analogamente il “cattivo Giannino” non va inteso come sicuramente riprovevole, ma come elemento che la società, cadendo non di rado in errore, considera negativamente.
    Si può osservare come il disagio generato della figura del “bravo Pierino” prevalga nelle persone emotivamente a sinistra, mentre la fobia nei confronti del “cattivo Giannino” sia una peculiarità della destra.

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