giovedì 6 dicembre 2012

FILOSOFIA DELLA POLITICA E DELL'ECONOMIA


Filosofia della politica ,dell’ economia e della scienza esatta ,ovvero giusta .
Oggi   si fronteggiano due visioni della vita riguardo all’amministrazione della città . Nella prima , più affascinante,  prevale   attualmente  il democraticismo , dove degli eletti del popolo farebbero gli interessi delle masse  nei confronti di  non si sa quale autorità ,in quanto  poi sono loro stessi l’autorità, ma piuttosto, forse, rappresentano  una parte del popolo o di una classe e farebbero  gli interessi della loro parte contro altre parti e non lavorerebbero affatto  a una costruzione giusta e ordinata  dell ‘intero ordinamento sociale della   città .  Se escludiamo le forme più arcaiche di governo dove un capo o uno stregone di tribù o villaggio   dirigono gli affari dei loro aggregati umani , abbiamo le forme di governo oggi più note a tutti .   Infatti  troviamo un   democraticismo cristianista  ammantato da propositi spirituali nel dirigere gli affari della comunità , il comunismo che  cerca la dittatura di una sola classe brandendo il diritto al lavoro,  il socialismo che salvaguarderebbe più classi  e gli interessi dello stato e quindi del popolo o altre forme di potere  più rozze e talebane legate sempre a partiti , poi ci sono  le forme  militariste , giustizialiste  o teocratiche di carattere islamista , che  rappresentano la quasi totalità delle visioni politiche che governano la terra .   A tutte queste c’è  una sola visione ,alternativa, che potremmo definire  “giudaico- cristiana”,  che le contiene tutte ma senza derive particolariste che porterebbero a indirizzare a una  visione assolutista   la costruzione della città .  La visione del potere  che ci deriva dalla tradizione  “giudaico cristiana” è quella basata sul diritto naturale che  è già scritto  nella natura delle cose e non bisogna affatto inventarla .  Questo diritto contiene  l’ ordine della giustizia sociale in se stesso e chiunque può ispirarsi a lui  in quanto si basa sulla logica razionale  come la matematica sul  principio di non contraddizione.   Se tre più due fa cinque , noi diciamo che è un ragionamento logico giusto perché fa quadrare  i conti , fa funzionare i nostri conti  ordinatamente e ci troviamo  “ bene “ . Questo ragionamento Introduce quindi la parola “giustizia”  nell ‘ambito economico ma anche  scientifico .  E’ giusto ciò che è razionale  perché è  ordine , ovvero  è  “bene” .  Se dicessimo che  2+2 non fa 4  non diremmo una cosa giusta e applicando questo procedimento non avremmo un’ “ordine “e una “giustizia” ,quindi un “ bene “ perché l’ ordine conserva le cose e noi stessi tramite la giustizia .  Quindi matematica , filosofia ,sociologia, economia , politica  NON  sono  enti separati se introduciamo la logica ,se introduciamo la parola “bene” ,la parola giustizia  che crea l’ ordine ,che a sua volta fa nascere il bene .  Queste parole fanno parte di un metodo scientifico verificabile nella vita di uno stato ,di una cultura ,della storia umana ma possiamo verificarle anche in un laboratorio scientifico su qualsiasi esperimento .    Sono elementi universali che fanno parte della natura spirituale dell  “essere” e  che ritroviamo in ogni ambito di quello che noi chiamiamo creazione . Se degli elettroni intorno a un nucleo smettessero di girare secondo un dato ordine non avremmo più la materia né questa logica .  Questa parola giustizia che potremmo anche chiamare logica ,è alla base di ogni tipo  rapporto sociale o economico  ,sia quelli del primo tipo, sia del secondo che del terzo tipo …..
La scienza non esprime un sapere a parte in quanto si basa sulla “logica “,ovvero sulla giustizia ,ovvero sul   “bene” ,ovvero sull ‘ordine delle cose materiali  , tutte cose ben definite dalla dottrina giudaico- cristiana.   Come un esperimento che segue una logica ,verificabile democraticamente da tutti esprime una particolare verità giusta che fa funzionare “bene “ una cosa , cosi questa logica in ambito sociale economico fa funzionare la cosa pubblica perché adotta un metodo giusto e razionale ,non necessariamente ugualitario ….cosi un elettrone che gira secondo un ordine giusto identifica una materia  non è come un uomo che esce fuori dalla logica e dalla ragione . Quindi possiamo dire che la tradizione giudaico- cristiana va al cuore delle cose in quanto conosce bene il ragionamento greco sulla logica ,ma capisce  pure che questo ragionamento va riempito di contenuti certi e non di contenuti possibili e astratti fine e se stessi ,perché bisogna vivere per ottenere il bene e non il male che è l ‘ irrazionalità delle cose che porta alla distruzione e alla morte perché calpesta la giustizia …….
La visione giudaico - cristiana pone al centro di tutto l’ eterno problema  che non chiama più logica o ragione come farebbe un profano  ma semplicemente male o bene ,morte o vita ,essere o non essere . Pone al centro della politica la parola giustizia da non confondere con la parola uguaglianza . 

mercoledì 21 novembre 2012

L'HANDICAP POLITICO CATTOLICO

L 'handicap del pensiero politico cattolico è uno solo : il trasferimento sul piano sociale del vangelo che diventa una palla al piede di ogni loro concezione politica .Tutti lo fanno in buona fede,s 'intende, ma non si può portare sul piano sociale ,politico ,economico,logico -amministrativo e razionale , ciò che è meramente un discorso ecclesiale,anzi religioso e di fede . Allora i progressisti come sfuggono al problema politico per conviverci bene ? Semplice , col discorso democratico,cioè riconoscono ad agnuno la propria verita e ragione di vivere purchè questi riconoscano la loro. Si puo vivere con molte morali in uno statao infondo !!! Ma fare questo significa negare la legge naturale valida per tutti , universale ,la base comune umana , una legge naturale che arriva a contemplare la pena di morte, quindi il matrimonio monogamico come forza sociale ,cosa assurda per le loro orecchie evnageliche ,meglio il perdonismo sociale e il realtivismo su tutto , meglio la mafia politica su tutto. Cosi io rispetto te e tu rispetti me .Ma non si può andare avanti all infinito cosi , no, prima o poi la storia umana presenta il suo conto e tutti i nodi vengono al pettine.

lunedì 19 novembre 2012

ISRAELE, GIUDAISMO E SIONISMO


ISRAELE, GIUDAISMO E SIONISMO
Conferenza del Rabbino Ahron Cohen alla Birmingham University, Inghilterra, 3

Amici, è un onore avere l’opportunità di parlarvi oggi.
Io e i miei colleghi di Neturei Karta partecipiamo ad occasioni come questa perché riteniamo di avere il dovere sia religioso che umanitario di pubblicizzare il nostro messaggio, il più possibile. Così spero e prego che con l’aiuto del Creatore le mie parole e le nostre discussioni, qui, oggi, possano essere corrette e precise, nel loro contenuto e nelle loro conclusioni. Come vi è stato già detto, io sono un ebreo ortodosso (e cioè un ebreo che cerca di vivere la propria vita in totale accordo con la religione ebraica). Sono impegnato nell’adempimento dei doveri ecclesiastici all’interno della comunità ebraica e in particolare sono impegnato nell’educazione dei nostri giovani e nell’aiutarli a conseguire una condotta sana e corretta. E’ perciò di particolare interesse per me poter parlare a voi, un corpo studentesco, oggi.
Mi è stato chiesto di parlarvi del giudaismo e del sionismo. Questo argomento è naturalmente tremendamente importante alla luce dell’attuale situazione in Palestina, dove abbiamo – diciamolo – una parte, i sionisti (che sono anch’essi degli ebrei) desiderosi di imporre uno Stato “settario” sulla testa di una popolazione indigena, i palestinesi. Uno scontro che ha provocato spargimenti di sangue e brutalità di cui non si riesce a vedere la fine, a meno che vi sia un cambiamento davvero radicale.
I miei titoli per parlare di questo argomento derivano dall’essere uno dei molti ebrei ortodossi che simpatizzano completamente con la causa palestinese: noi protestiamo in modo veemente contro i terribili errori perpetrati in Palestina contro il popolo palestinese dall’illegittimo regime sionista.
La punta avanzata di quelli tra noi che sono impegnati, attivamente e regolarmente, in questa controversia sono chiamati Neturei Karta, termine che può essere tradotto in modo approssimativo come Guardiani della Fede. Non siamo un partito o un’organizzazione a parte, ma rappresentiamo fondamentalmente la filosofia rappresentativa di una parte significativa dell’ebraismo ortodosso.
Permettetemi innanzitutto di dichiarare in termini categorici che il giudaismo e il sionismo sono incompatibili. Essi sono diametralmente opposti.
La questione deve sicuramente apparire a molti di voi che oggi sono qui come un paradosso. Dopo tutto, tutti sanno che i sionisti sono ebrei e che il sionismo è a vantaggio degli ebrei. I palestinesi sono i nemici dei sionisti. Come può essere allora che io, un ebreo, possa simpatizzare con la causa palestinese?
Vorrei cercare di rispondere a questa domanda e tornare all’argomento della mia conferenza – il giudaismo e il sionismo – su due livelli: la fede religiosa e l’umanitarismo. Tenete presente che essere umanitari è anche un obbligo religioso fondamentale.
Prima di tutto dal punto di vista della fede religiosa ebraica. Dobbiamo esaminare qualche aspetto della storia del popolo ebreo e della sua fede basilare nel controllo dell’Onnipotente sul nostro destino e su ciò che l’Onnipotente vuole da noi. Tutto questo è fissato nei nostri insegnamenti religiosi, nella nostra Torah, e ci è stato insegnato nel corso delle generazioni dai nostri grandi leader religiosi. Rispetto a tutto ciò, esaminiamo anche la storia del sionismo, come si è sviluppata e quali sono i suoi scopi.
La nostra religione è per noi un modo di vivere totale. Ci mostra come vivere una vita al servizio dell’Onnipotente. Influenza ogni aspetto della nostra vita, dalla culla alla tomba. Quello che ci viene insegnato è quello che ci è stato rivelato dalla Divina Rivelazione, come viene descritta nella Bibbia, circa tremila e cinquecento anni fa, e cioè quando venne alla luce il popolo ebreo. Tutti i nostri obblighi religiosi, pratici e filosofici, sono fissati nella Torah, che comprende la Bibbia (il vecchio testamento) e un vasto codice di Insegnamenti Orali che ci sono stati trasmessi nel corso delle generazioni.
Come detto, la nostra religione è un modo di vivere totale che copre ogni aspetto della nostra vita. Un aspetto della nostra religione, soggetto a certe condizioni, è che ci verrà data una terra, la Terra Santa, conosciuta ora come Palestina, nella quale vivere e attuare vari doveri del nostro servizio all’Onnipotente.
Ora, prima che io prosegua, desidero sottolineare qualcosa che è davvero fondamentale per capire la differenza tra il giudaismo e il sionismo, e cioè che il concetto di nazionalità dell’ebraismo ortodosso è molto diverso dal concetto di nazionalità ritenuto dalla maggior parte dei popoli. La maggior parte dei popoli pensano che la nazione sia un popolo specifico che vive in una terra specifica. La terra è essenziale per l’identità di una nazione. Una religione ci può essere come ci può non essere, ma la religione è irrilevante per l’identità nazionale. Il concetto di nazionalità del giudaismo ortodosso, tuttavia, è quello di un popolo specifico con una religione specifica. E’ la religione che stabilisce l’identità nazionale. Una terra ci può essere come ci può non essere, la terra è irrilevante per l’identità nazionale ebraica.
Questo è confermato dal fatto che la nazione ebraica è stata senza una terra per 2000 anni, ma fino a quando ha conservato la propria religione ha conservato la propria identità.
Ora ho detto in precedenza che ci è stata data una terra, ma a certe condizioni. Le condizioni erano, fondamentalmente, che dovessimo conservare i valori morali, etici e religiosi più alti. Il popolo ebreo ha posseduto la terra per i primi millecinquecento anni della sua esistenza. Ma purtroppo le condizioni non furono adempiute al livello richiesto [dall’Onnipotente] e gli ebrei vennero esiliati dalla loro terra. Negli ultimi duemila anni circa, il popolo ebreo è rimasto in uno stato di esilio decretato dall’Onnipotente, perché non aveva conservato i valori richiesti. Questo stato di esilio è la situazione che permane fino ad oggi. E’ una parte fondamentale della nostra fede accettare di buon animo l’esilio decretato dall’Onnipotente e non cercare di combattere contro di esso, o di farlo cessare con le nostre mani. Agire in tal modo costituirebbe una ribellione contro la volontà dell’Onnipotente.
In termini pratici, sebbene abbiamo conservato la nostra identità ebraica, in virtù del nostro attaccamento alla nostra religione, nondimeno l’esilio per noi significa innanzitutto che gli ebrei devono essere soggetti ai paesi in cui vivono in modo leale e non cercare di governare le popolazioni indigene di tali paesi.
In secondo luogo, significa che non possiamo tentare di costituire un nostro Stato in Palestina. Questo si applicherebbe anche se la terra non fosse occupata, e si applica certamente quando, come è questo il caso, c’è una popolazione indigena esistente. Questa proibizione costituisce una parte fondamentale del nostro insegnamento: ci è stato fatto giurare di non contravvenirvi e siamo stati ammoniti delle spaventose conseguenze in cui saremmo incorsi.
Ne consegue, perciò, che gli ebrei, oggi, non hanno il diritto di governare in Palestina.
Esaminiamo ora il movimento sionista. Venne fondato circa 100 anni fa, soprattutto da individui secolarizzati, che stavano abbandonando la loro religione ma conservavano ancora quello che consideravano il marchio [d’infamia] di essere ebrei in esilio. Ritenevano che il nostro stato di esilio fosse dovuto al nostro atteggiamento servile – la mentalità del Golus (esilio) – e non a un Ordine Divino. Volevano sbarazzarsi dei vincoli dell’esilio e cercare di costituire una nuova forma di identità ebraica. Non basata sulla religione ma basata sulla terra. Basata su una tipica aspirazione nazionalista, secolare, guidata dall’emozione, simile a quella della maggior parte delle altre nazioni. La loro politica aveva come perno centrale l’aspirazione di costituire uno Stato Ebraico in Palestina. Ma stavano forgiando un nuovo tipo di ebreo. In realtà non era assolutamente un ebreo – era un sionista.
Il movimento sionista costituiva l’abbandono completo dei nostri insegnamenti e della nostra fede religiosa – in generale – e in particolare un abbandono del nostro approccio al nostro stato di esilio e al nostro atteggiamento verso i popoli con cui viviamo.
Il risultato pratico del sionismo sotto forma dello Stato conosciuto come “Israele” è completamente estraneo al giudaismo e alla Fede Ebraica. Lo stesso nome “Israele”, che originariamente designava quelli che sono conosciuti come i Figli di Israele, e cioè il Popolo Ebraico, è stato usurpato dai sionisti. Per questa ragione, molti ebrei ortodossi evitano di riferirsi allo Stato sionista con il nome di “Israele”.
L’ideologia del sionismo non è quella di affidarsi alla divina provvidenza ma di prendere la legge nelle proprie mani e di forzarne il risultato sotto forma di uno Stato. Questo è del tutto contrario all’approccio alla questione dell’esilio che la nostra Torah ci richiede di adottare, per come ci è stato trasmesso dai nostri grandi leader religiosi.
Ho parlato finora dal punto di vista della fede religiosa. Ma esaminiamo il punto di vista umanitario (che è esso stesso un obbligo religioso, come ho detto in precedenza). L’ideologia dei sionisti era, ed è, quella di forzare l’aspirazione ad uno Stato senza curarsi dei costi, in termini di vite umane e di proprietà, di coloro che si trovano sulla loro strada. I palestinesi stavano sulla loro strada. Ci troviamo di fronte al fatto che, per conseguire un’ambizione nazionalista malconcepita, è stata commessa dai sionisti una scioccante trasgressione della giustizia naturale, costituendo in Palestina un regime illegittimo del tutto contro la volontà della popolazione lì residente, i palestinesi, trasgressione che inevitabilmente ha dovuto fondarsi sulla perdita di vite umane, sulle uccisioni e sui furti.
La maggior parte degli ebrei ortodossi accettano il punto di vista dei Neturei Karta fino al punto di non essere d’accordo, in via di principio, sull’esistenza dello Stato sionista, e non “verserebbero una lacrima” se tale Stato dovesse finire. Vi è tuttavia una gamma di opinioni su come affrontare il fatto che al momento lo Stato sionista esiste. Queste opinioni variano dalla cooperazione effettiva, all’accettazione pragmatica, all’opposizione totale sempre e comunque. Quest’ultima costituisce l’approccio dei Neturei Karta. Ma c’era e c’è un ulteriore fenomeno sionista che complica il quadro. Esso è costituito dai sionisti religiosi. Si tratta di persone che affermano di essere fedeli alla religione ebraica, ma sono state influenzate dalla filosofia, nazionalista e secolarizzata, sionista, e che hanno aggiunto una nuova dimensione al giudaismo – il sionismo, con lo scopo di costituire e di espandere uno Stato ebraico in Palestina. Essi cercano di realizzare questo scopo con grande fervore (io lo chiamo giudaismo con qualcosa d’altro). Essi affermano che questo fa parte della religione ebraica. Ma il fatto è che questo è assolutamente contrario agli insegnamenti dei nostri grandi leader religiosi.
Inoltre, da un punto di vista umanitario, anche la loro ideologia era, ed è, quella di forzare la loro aspirazione senza curarsi dei costi, in termini di vite umane e di proprietà, di chiunque si trovi sulla loro strada. I palestinesi sono quelli che si trovano sulla loro strada. La cosa più scioccante è che tutto questo viene fatto in nome della religione. Mentre in realtà c’è un obbligo totalmente contrario, da parte della nostra religione, ed è quello di trattare tutte le persone con compassione.
Per riassumere. Secondo la Torah e la Fede ebraica, l’attuale rivendicazione dei palestinesi – e degli arabi – a governare in Palestina è giusta ed equa. La rivendicazione sionista è sbagliata e criminale. Il nostro atteggiamento verso Israele è che l’intero concetto è sbagliato e illegittimo.
C’è un altro problema, ed è quello che i sionisti hanno fatto in modo di apparire come i rappresentanti e i portavoce di tutti gli ebrei e così, con le loro azioni, suscitano l’ostilità contro gli ebrei. Quelli che nutrono questa ostilità sono accusati di antisemitismo. Ma quello che deve essere messo decisamente in chiaro è che il sionismo non è il giudaismo. I sionisti non possono parlare a nome degli ebrei. I sionisti possono essere nati come ebrei, ma essere ebreo richiede anche l’adesione alla fede e alla religione ebraiche. Così ciò che diventa decisamente chiaro è che l’opposizione al sionismo e ai suoi crimini non implica l’odio per gli ebrei o l’”antisemitismo”. Al contrario, il sionismo stesso e le sue azioni costituiscono la più grande minaccia per gli ebrei e per il giudaismo.
La lotta tra arabi ed ebrei in Palestina è iniziata solo quando i primi pionieri sionisti vennero in Palestina con lo scopo esplicito di formare uno Stato sulla testa della popolazione araba indigena. Questa lotta è continuata fino ad oggi, ed è costata e continua a costare migliaia e migliaia di vite. L’oppressione, le violenze e gli omicidi in Palestina sono una tragedia non solo per i palestinesi ma anche per il popolo ebreo. E fa parte delle spaventose conseguenze che ci erano state preannunciate se avessimo trasgredito il nostro obbligo religioso di non ribellarci contro il nostro esilio.
Desidero aggiungere che il rapporto tra musulmani ed ebrei risale alla storia antica. La maggior parte delle relazioni furono amichevoli e reciprocamente vantaggiose. Storicamente, accadde di frequente che quando gli ebrei venivano perseguitati in Europa trovavano rifugio nei vari paesi musulmani. Il nostro attaggiamento verso i musulmani e gli arabi può essere solo di amicizia e di rispetto.
Vorrei finire con le seguenti parole. Noi vogliamo dire al mondo, specialmente ai nostri vicini musulmani, che non c’è odio o ostilità tra l’ebreo e il musulmano. Vogliamo vivere assieme come amici e vicini, come abbiamo fatto per la maggior parte del tempo nel corso delle centinaia e persino delle migliaia di anni in tutti i paesi arabi. E’ stato solo l’avvento dei sionisti e del sionismo che ha rovesciato questa lunga relazione.
Consideriamo i palestinesi come il popolo che ha diritto di governare in Palestina.
Lo Stato sionista conociuto come “Israele” è un regime che non ha diritto di esistere. La sua esistenza continuativa è la causa di fondo del conflitto in Palestina.
Preghiamo per una soluzione al terribile e tragico punto morto attuale. Auspichiamo che tale soluzione
avvenga sulla base delle pressioni morali, politiche ed economiche imposte dalle nazioni del mondo.
Preghiamo per la fine degli spargimenti di sangue e per la fine delle sofferenze di tutti gli innocenti – sia ebrei che non ebrei – del mondo.
Siamo in attesa dell’abrogazione del sionismo e dello smantellamento del regime sionista, che farà cessare le sofferenze del popolo palestinese. Accetteremmo di buon grado l’oppportunità di vivere in pace in Terrasanta sotto un governo che sia interamente conforme ai desideri e alle aspirazioni del popolo palestinese.
Che noi si possa meritare presto il tempo in cui tutto il genere umano vivrà reciprocamente in pace.

Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://www.nkusa.org/activities/speeches/bham022603.cfm

lunedì 12 novembre 2012

LA LEGGE NATURALE , L’AUTORITA’, LA POLITICA


LA LEGGE NATURALE , L’AUTORITA’, LA POLITICA

Per Aristotile l’autorità nasce dal diritto di natura e non dal consenso popolare a un “trattato” o con una delega che il popolo fa a un principe, una volta e per sempre per mettere un freno alle individualità istintuali dell’uomo, cosi come è inteso dal darwinismo e dal giusnaturalimo .

IL Filosofo afferma che le leggi naturali sono leggi comuni a tutti gli uomini o , più limitatamente , a tutti i popoli civili , e che ,pertanto , sono ricavabili da una considerazione generale sulla natura umana . Egli dice infatti : “giusto naturale è quello che ha dappertutto ha la stessa efficacia ,“(Aristotile, Etica Nicomachea ).

E in seguito Cicerone riferendosi ad Aristotile sentenzierà : << In ogni cosa il consenso di tutti i popoli è da considerarsi legge di natura >>; “ IL consenso di tutti è la voce stessa della natura “ (Cicerone , Tuscolane,1,13-14). Molti autori in seguito si adopereranno a dimostrare che non esiste nessuna legge di natura nei popoli perché essi hanno spesso leggi opposte , ma noi costatiamo come dei pagani , non condizionati ideologicamente, arrivino a dire con il semplice uso della ragione e con la forza della loro autorità culturale e della loro esperienza , che esistono delle leggi di natura universale a cui tutti i popoli danno o non danno il consenso !!

E’ gia una meta eccezionale questa ed e’ la dimostrazione che il problema della legge universale naturale risale alla creazione dell’uomo . La ragione umana , non condizionata da nessun sistema religioso preciso , arriva da sola ad ammettere la necessita di leggi di natura oggettive anche se venisse a mancare il consenso popolare a causa di condizioni contingenti particolari . Questa legge naturale,certa e matematica , che Hobbes e i giusnaturalisti pensano che sia la natura istintuale dell’uomo , per gli ebrei e’ questa : “Questo comando che oggi ti ordino non è troppo alto per te , né troppo lontano da te . Non è nel cielo perche’ tu dica : Chi salirà per noi in cielo ,per prendercelo e farcelo udire si chè lo possiamo eseguire ?Non è al di là del mare per prendercelo e farcelo udire si chè lo possiamo eseguire ? Anzi questa parola è molto vicina a te , è nella tua bocca e nel tuo cuore , perché tu la metta in pratica . “ (Deuteronomio ( 30,10-14) . San Paolo dirà che questa legge condanna anche tutti i pagani , anzi tutti gli uomini : “Quando i pagani che non hanno legge , per natura agiscono secondo la legge , essi , pur non avendo la legge , sono legge a se stessi : essi dimostrano che quando la legge esige è scritto nei loro cuori , come risulta dalla testimonianza della loro coscienza .” (Rom.2,14-16). E ancora : “ sei dunque inscusabile , chiunque tu sia , o uomo che giudichi ; perché mentre giudichi gli altri , condanni te stesso . “ (Rom2,1) Quindi esiste una legge universale nell'intimo dei cuori che approva o condanna tutti , conosciuta o misconosciuta c'è !

Per il Filosofo la prima comunità naturale è la famiglia che nasce dall’unione o da una comunione di un uomo con una donna uniti da un patto naturale .

In essa vigono regole comportamentali private tra i membri, non separate pero’ da una morale universale e nello stesso tempo regole personali.

La prima cosa che faranno i giusnaturalisti sarà di dimostrare che se esiste una legge universale, non é certo quella data dalla natura ma è quella che deduce la scienza nel considerare la natura selvaggia dell’uomo. E’ l’uomo con la sua osservazione scientifica che deduce le leggi universali di natura perché queste non sono date dalla natura stessa , dirà Hobbes che pure costruisce la sua fortuna ideologica dicendio che ci deve essre una legge matematica anche per la morale umana . “E’ l’uomo che stabilisce “scientificamente quali sono “ poi dirà e non che bisogna leggerle nel cuore

dell'uomo. Per i giusnaturalisti c’è un conflitto insanabile tra l’individuo e lo Stato ,anzi lo Stato è l’espressione di quella assoluta libertà ferina che l’individuo non potrà mai permettersi altrimenti avremmo la legge della giungla e l’anarchia della foresta dove ognuno lotta per la propria sopravvivenza .Per loro l’autorità nasce da un contratto a cui però il popolo deve dare una specie di consenso . Il fondamento hobbesiano è che lo stato di natura sia uno stato di guerra da cui bisogna uscire con la società civile , questo perché egli confonde gli istinti per legge naturale .

Stessa cosa faranno gli illuministi nel dimostrare che non esiste nessuna legge di natura universale nel senso aristotelico e oggettivo ma esiste una deduzione scientifica della libertà, fraternità e uguaglianza fra gli uomini. Rosseau identifichera addirittura la democrazia con l’uguaglianza e il “buon selvaggio” è mosso solo dall’amor di sè (individulaismo)e si sente veramente libero quando ubbidisce solo alle leggi che lui stesso si è dato .

Lo storicismo in seguito si affannerà pure lui a dimostrare che non esiste alcuna “legge di natura oggettiva ” ma tutto di pende dalla natura delle cose, dai bisogni materiali ed economici degli uomini di una determinata classe sociale ed economica in una determinata e storica situazione sociale = storicismo .

Aristotile in realtà aveva individuato la stella polare in mezzo a tutte le tempeste e vicissitudini degli uomini e dei popoli , infatti egli dice che quando in un territorio ci sono due o più comunità o famiglie, queste debbono regolare i loro rapporti sociali , e proprio da questo nasce la naturale necessità dell’autorità e quindi delle leggi. Allora nasce la politica come conseguenza dell’etica sociale e non per frenare le passioni umane o l’istinto naturale selvaggio dell’uomo .In lui non c'è il problema della lotta del piu debole contro il piu forte , ma il problema della giustizia tra le varie parti .

Ad esempio, se due o tre famiglie di pastori in uno stesso territorio hanno bisogno di regole o almeno di una consuetudine orale, oppure scritta, dove si dice che le pecore degli uni non debbono sconfinare nei pascoli dell’altro; non debbano rubarsi il bestiame a vicenda, anche nel caso di capi dispersi …

Hanno bisogno di dividersi il territorio, le sorgenti d’acqua e stabilire una autorità TERZA che faccia osservare queste leggi.

Poteva essere un sacerdote o un re, a volte anche un delinquente, ma era la natura stessa del vivere comune che richiedeva altre leggi di diritto civile; così nasceva la politica. Questa politica cercava di stabilire una giustizia e non aveva nessun carattere utopico o moralistico .

Il Filosofo non considera l’autorità come quel potere necessario per regolare gli istinti dell’ homo homini lupus, ma è quel potere che regola i rapporti tra individui e tra comunità e classi sociali per uno sviluppo ordinato di ognuna per i fini assegnatigli dalla stessa natura .

Non esiste conflitto innato tra individuo e autorità ; non ci deve essere, oppure distinguere sempre nell’autorità colei che dovrebbe assicurare una giustizia giusta, che non è altro se non l’antico concetto ebraico di : “occhio per occhio e dente per dente”, parole che non significano vendetta sul nemico, ma giustizia al disopra degli interessi e delle parti. Nella legislazione ebraica possiamo distinguere anche culturalmente due tipi di leggi . Una legge scritta da Dio e data a Mose’ sul Sinai , ed era quella legge che andava riposta nell’Arca , e poi una legge “minore” che non era legge universale ma l’adattamento di questa a situazioni e culture particolari . Questa legge umana non andava riposta nell’arca e adorata perché non era universale però aveva forza di legge in quella cultura e situazione geografica . La legge ebraica ( dell'Arca ) non era altro che la sintesi scritta della legge universale fino allora mai messa per iscritta in una sintesi cosi concentrata. Il politico o l' autorità non debbono fare altro se non attuare quella giustizia nella società degli uomini . La libertà significa diosobbedire e seguire l'istinto e non la ragione intrinseca di quella legge .

La Politica di Aristotele e anche il Codex del diritto romano non sembrano altro che una ripetizione, una replica di uno dell’altro circa la giustificazione del potere politico e imperiale, nonché in secoli recenti se ne sono venuti altri naturalisti e ci hanno insegnato che bisogna studiare “ i bisogni umani” che non sono molto diversi da quelli delle bestie e che il loro metodo era finalmente scientifico e certo al contrario di quello della tradizione pagana ed ebraica che fondano l’autorità su una esigenza etica e naturale di giustizia giusta al disopra delle parti.

Diceva Dio a Mosè nel Deuteronomio: “non devi guardare nè a destra, nè a sinistra nel giudizio del tuo prossimo.” Ovvero la giustizia non tiene conto del censo sociale dell’individuo nè che sia ricco e nè che sia povero ; né dei suoi bisogni particolari diremmo noi !

Il potere quindi non è in antitesi al diritto naturale dell’individuo ma un ordinatore e regolatore di rapporti tra individui e tra società o comunità di grado superiore.

L’individuo non è contrapposto allo Stato che rappresenterebbe quel potere di tenere a bada le istintualità , l'homo homini lupus ,ma questo è colui che presiede allo sviluppo ordinato della sua vita sociale . Secondo giustizia e non secondo uguaglianza !

Nel modello Aristotelico la società umana passa da una piccola a una più grande per progressione geometrica.

Le società e l’individuo per Aristotile non sono un’ astratto stato naturale in cui casualmente si sarebbe trovato l’uomo cronologicamente prima della necessità dello Stato che reprimesse le singole individualità, ma entità concrete, come la famiglia naturale consistente di due persone , maschio e femmina , che si associano, non essendo nemici tra loro a causa della natura ferina.

Sono due persone buone di natura che si amano e non hanno bisogno di scrivere regole di convivenza . Quindi il modello di società Aristotelico è aperto nel senso che le società variano di numero e progressione ma non c’è contrapposizione tra individuo e società, dove o prevale l’uno o prevale l’altro. Soprattutto in Aristotile non c'è l' utopia o esigenze moralistiche ; non c'è il bisogno di adeguare la società a modelli sbagliati quanto alla semplice natura tale quale appare . Egli non sente la necessità di sognare dei modelli astratti e artificiali (ideali) di società perfetta.

Per Aristotile la società perfetta e ultima è lo Stato in cui c’è un rapporto di progressione e continuità dalla famiglia.

L’individuo non è un individuo isolato e pericoloso come un leone nella giungla che abbia bisogno di uccidere per sopravvivere o che deve stare sempre in agguato per procacciarsi il cibo che un altro nemico affamato gli vuole privare e dal quale bisogna difendersi .

La società non è una classe di individui nella stessa situazione economica in lotta con un’altra classe che bisogna sopprimere e l’uomo non è l’homo artificialis creato dalla cultura. La società non è un’ astratta tesi e antitesi dalla quale viene fuori una sintesi . Non è oggi questo e domani il contrario di questo !

Anche lo Stato non è artificialis e astratto , detenitore di un contratto (truffa ) che bisogna stracciare , ma nasce dalla difesa di questi gruppi di individui nel territorio, per procurarsi i mezzi di sussistenza e dividersi il lavoro per lo sviluppo ordinato della società e delle famiglie .

Queste cose non vanno fatte se non avendo un modello etico ben preciso, dato dalla stessa natura umana che non è solo animale.

Il principio di legittimazione dell’autorità quindi non è il consenso, se pur importante, ma lo stato di necessità naturale che nasce dalla stessa natura sociale e non dalla lotta degli egoismi tra individui .

La società pre politica per il Filosofo è la famiglia la quale è quella società che organizza la casa (Oikos).

Il primo libro della Politica di Aristotile riguarda il governo della casa, la società domestica e la sua economia.

Non esistono per il Filosofo artificiali individui isolati viventi al di fuori di qualsiasi norma in uno stato di libertà e uguaglianza primigenia che oggi predomina nel modello darwiniano di famiglia . Lo si costata dal fatto che ogni volta che si parla della difesa del nucleo famigliare come primo modello politico più piccolo, se ne viene sempre fuori qualcuno di destra o di sinistra a dire che è una concezione reazionaria ogni interpretazione che considera lo Stato come lo sviluppo naturale della famiglia.

Il modello del potere è infatti quello del padre sul figlio esteso per gradi al re o a un capo e lo stato per Aristotile non è meno naturale delle altre forme più naturali del vivere sociale.

Lo stato civile oggi vive della chimera contrattualistica fatta passare per società civile. Gli stati non si sono formati per un atto di ragione umana ma per un atto naturale, i cittadini hanno bisogno dell’autorità non per regolare i loro istinti ma per vivere ordinatamente e secondo giustizia .

C’è una società al disopra delle altre società che si differenzia per un maggior grado di autorità sulle altre tra loro e questa società è lo Stato.

Questa autorità non dipende da nessun’ altra se non dalla legge morale di natura che giustifica il suo esistere.

L’autorità viene dall’alto perché il padre comanda per natura sul figlio e non viceversa, per contratto, il figlio dice al padre cosa deve fare.

Ora dove bisogna collegare l’azione della politica in questo discorso?

Un movimento politico cerca di ristabilire i principi etici universali violati nel corpo sociale e colloca al loro giusto posto in ordine etico le varie società minori per il loro fine naturale e nel fare questo ha le giustificazioni etiche e morali nell’uso di tutti i mezzi che ha a disposizione . Ciò che è giusto o ciò che non è giusto non lo determina una maggioranza o un voto in piu o in meno , ma una legge oggettiva , naturale , universale , a cui il politico o la politica si ispira .

domenica 4 novembre 2012

IL pianeta terra può ospitare fino a più di 1000 miliardi di uomini .


Il pianeta terra può ospitare in scioltezza dai 100 miliardi a 1000 miliardi di persone, ma non mettiamo limiti alla Provvidenza .... Il problema è che ci sono  troppi nemici dell' uomo e della ragione che non ci arrivano  , persone negative che odiano il pianeta e l' umanità che vorrebbero sfruttare solo per pochi di loro . Sono persone feticiste che hanno fatto della natura un idolo da venerare e idolatrare   e  non da usare al servizio dell' umanità e del bene comune dei popoli  . Poi non vedono un progetto ben preciso .   San Francesco vedeva nella natura un ordine , una perfezione , un intelligenza superiore non una cosa da adorare e venerare come hanno fatto i suoi frati .  Si tratta anche  di non fare  razzismo tra prodotto e prodotto della natura ,tra natura e natura . Ad esempio il metano è  pure lui un prodotto della natura da usare  e non  è un figlio di puttana da odiare perchè viene estratto dalle multinazionali . Figlie  di puttana sono piuttosto le pale eoliche che ci vengo appioppate per mantenere i disoccupati e inondare di cemento le nostre terre col ricatto che l'alternativa sarebbe il nucleare !!!   Ebbene diciamocelo, il petrolio non è figlio di puttana , è un prodotto della natura pure lui e come tutte le cose della natura , bisogna farne buon uso in modo che tutti ne beneficino .  Il giansenismo, il manicheismo che fa separazione tra prodotti buoni e cattivi,tra animaili e animali ,ma che vede nell uomo un cattivo che distrugge ,  il feticismo stesso che venera la natura , sono atteggiamenti settari nocivi all' umanità , con questi si che bisognerebbe fare una selezione naturale per avere una umanità  più matura e responsabile  eticamente.

giovedì 1 novembre 2012

SENZA PARTITI, E' POSSIBILE UNA DEMOCRAZIA


Ogni partito rappresenta una parte dei cittadini o di un popolo inteso ad ottenere qualcosa rispetto a tutto il corpo sociale e questi , alleandosi , pur essendo una piccola minoranza riconosciuta nelle istituzioni, diventano subito una forza in grado di difendere i propri interessi e favorire il voto di scambio con promesse ai propri aderenti . Queste promesse possono andare anche a discapito della maggioranza del popolo, ma poco importa, anzi tutto diventa normale con leggi ad hoc.

Il loro obiettivo palese è difendere gli interessi di alcuni settori della società innanzitutto, e proprio con questa finalità entrano nelle istituzioni quando ottengono il governo .
Infatti senza promesse non si ottiene nessun voto ,né la possibilità di governare ; più si riesce ad essere credibili con le promesse , più si ottengono voti e favori . Ad esempio, basta creare una nuova o vecchia professione per legge in una data regione e dare il posto a qualche migliaia di associati  e organizzarli  in partito per governare in perpetuo in quella regione . Quelle migliaia di voti con le loro famiglie saranno stabili e assicureranno il potere per un lungo periodo . Al partito non interessa minimamente ciò che è giusto o ingiusto per tutto il corpo sociale , egli è legato ad alleanze di governo ,a interessi economici precisi , pure ad alleanze transnazionali …. . IL governo , il potere invece , rappresenta il bene comune di tutti ,la giustizia per tutti, la possibilità di vita e sviluppo sociale per tutti senza favorire nessuna alleanza o interessi particolari se possono essere a discapito del popolo ,della democrazia . La Giustizia poi si basa su valori universali condivisi da tutti oppure non condivisi ,perché ci sono da sempre , sono universali , e sono la garanzia per il governo del bene comune . Senza questi non c’è bene comune ! Bene comune da non confondere con la natura selvaggia dell’uomo,i suoi istinti , da governare con la clava per calmarlo e renderlo razionale .

Possiamo avere due tipi di partiti ; uno di tipo ideologico, spesso legato sempre a determinati interessi economici di alcuni settori sociali, seppure dei più poveri ,e uno di tipo più dichiaratamente finalizzato a ottenere vantaggi economici o di potere. Questo secondo tipo di partito potrebbe caratterizzarsi più come movimento . Con il riconoscimento delle lobby poi è solo una questione economica per governare senza neppure avere i voti di un determinato settore sociale , senza essere nemmeno una corporazione di tesserati di un dato settore produttivo . Le lobby delle assicurazioni ,delle banche ,come quelle dei produttori di farmaci, delle scommesse ad esempio, ottengono leggi a favore a suon dollari , senza nessun voto popolare, né partito di minoranza o maggioranza .

La democrazia dovrebbe difendere il bene comune di tutti, regolarne la vita , ma la maggiore minaccia a questo bene comune sono proprio i partiti a cui interessa magari spesso una giustizia parziale e marginale, tutta finalizzata a particolari interessi . Approfittando di questa debolezza democratica con la presenza dei partiti , anzi diventando un partito esso stesso in forma palese o segreta , la delinquenza può governare tranquilla e crescere indisturbata . Scopo dei partiti , anche di quelli ideologici alla fine è fare gli interessi delle fratellanze degli associati e in nulla si distinguono dalle sette e fraternità segrete che hanno lo stesso ruolo di aiuto reciproco nel sistema sociale di un popolo . Ecco perché il primo obiettivo di una vera democrazia dovrebbe essere la lotta a ogni forma segreta di associazionismo perché è  contro ogni sistema sociale . Il secondo obiettivo di una democrazia, per bene governare ,dovrebbe essere la lotta senza quartiere a ogni formazione partitica , specialmente se con finalità ideologiche dichiarate a forma di dottrina universale.Sono partiti che diventano utopie religiose perchè danno regole su tutta la vita umana , non solo nell ambito politico .  Queste dottrine o utopie possono scalfire seriamente l’ impianto dei valori su cui si poggia un potere che difende il bene comune . Per eleggere un consigliere , per eleggere un sindaco, per eleggere dei rappresentanti di categorie lavorative in un governo , non c’è bisogno di nessun partito . Basta iscrivere il proprio nome in un albo comunale dei cittadini aperto a determinate persone che danno garanzia di obiettività.

La somma della rovina politica si ha quando questi partiti si fanno finanziare per legge . Tutti i cittadini debbono contribuire a mantenerli e a farli rimanere per legge .
I partiti sono la degenerazione della democrazia , da non confondere con i movimenti finalizzati ad ottenere dei supposti diritti che reputa giusti in determinate situazioni nel corpo sociale nazionale , ma questi movimenti dovrebbero immediatamente sciogliersi una volta ottenuti i loro scopi altrimenti si



http://www.francocenerelli.com/antologia/libroverde/indice.htm

I PARLAMENTI

I parlamenti sono la spina dorsale della democrazia tradizionale moderna, regnante oggi nel mondo. Il parlamento è una rappresentanza ingannatrice del popolo ed i sistemi parlamentari costituiscono una falsa soluzione del problema della democrazia. Il parlamento è costituito fondamentalmente come rappresentante del popolo, ma questo principio è in se stesso non democratico, perché democrazia significa potere del popolo e non un potere in rappresentanza di esso. L’esistenza stessa di un parlamento significa assenza del popolo. La vera democrazia, però, non può esistere se non con la presenza di rappresentanti di questo. I parlamenti, escludendo le masse dall’esercizio del potere, e riservandosi a proprio vantaggio la sovranità popolare, sono divenuti una barriera legale tra il popolo e il potere. Al popolo non resta che la falsa apparenza della democrazia, che si manifesta nelle lunghe file di elettori venuti a deporre nelle urne i loro voti. Per mettere a nudo il vero volto del parlamento, dobbiamo esaminare la sua origine. Il parlamento è eletto nelle circoscrizioni elettoriali, oppure è costituito da un partito o da una coalizione di partiti, o per designazione dall’alto. Nessuna di queste procedure è democratica, perché la ripartizione degli abitanti in circoscrizioni elettoriali significa che un solo deputato rappresenta, a seconda del numero degli abitanti, centinaia o centinaia di migliaia o milioni di cittadini. Significa, inoltre, che il deputato non è legato ai suoi elettori da un rapporto organico popolare, in quanto, secondo la tesi della democrazia tradizionale oggi attuata, egli è considerato il rappresentante di tutto il popolo, alla pari degli altri deputati. Le masse, quindi, sono separate completamente dal loro rappresentante, ed egli, a sua volta, è completamente separato da esse. Infatti, subito dopo la sua elezione, egli usurpa la sua sovranità ed agisce al loro posto. La democrazia tradizionale, dominante oggi nel mondo, riveste i membri del parlamento di una sacralità e da una immunità che nega invece al singolo cittadino. Questo significa che i parlamenti sono divenuti uno strumento per usurpare e monopolizzare a proprio vantaggio il potere del popolo. Questo è il motivo per cui è divenuto, oggi, diritto dei popoli lottare, attraverso la rivoluzione popolare, per distruggere questi strumenti di monopolio della democrazia e della sovranità che si denominano parlamenti, i quali usurpano la volontà delle masse. E’ diritto dei popoli proclamare solennemente il nuovo principio: "Nessuna rappresentanza al posto del popolo". Quando il parlamento è il risultato della vittoria elettorale di un partito, è il parlamento del partito e non del popolo. Rappresenta il partito e non il popolo ed il potere esecutivo detenuto dal parlamento è il potere del partito vincitore e non del popolo. Lo vale per il parlamento in cui ogni partito dispone di un certo numero d seggi. Infatti, i titolari dei seggi rappresentano il loro partito e non il popolo; il potere esercitato da tale coalizione è il potere dei partiti coalizzati e non il potere del popolo. In questi sistemi di governo, il popolo è la preda è la preda per la quale ci si batte. Il popolo è la vittima ingannata e sfruttata dagli organismi politici che combattono per giungere al potere per strappare dei voti al popolo mentre questo si allinea silenzioso in lunghe file, che si muovono come un rosario, al fine di deporre il suo voto nelle urne, nello stesso modo in cui si gettano altre carte nel cestino di rifiuti. Questa è la democrazia tradizionale attuata nel mondo intero, sia che si tratti di un sistema monopartitico, di un sistema bipartitico o pluripartitico o perfino di un sistema senza alcun partito; diventa, così, evidente che la "rappresentanza è un’impostura". Quanto alle assemblee che si formano per designazione o per successione ereditaria, esse non hanno nessuna caratteristica democratica. Inoltre, siccome il sistema di elezione dei parlamenti si forma sulla propaganda per ottenere voti è, di conseguenza, un sistema demagogico nel vero senso della parola. I voti possono essere comprati o falsificati; per questo, il povero non può affrontare le battaglie elettorali, in cui vince sempre e soltanto il ricco. Furono i filosofi, i pensatori e gli autori politici che sostennero la teoria della rappresentanza parlamentare, quando i popoli erano ignoranti e guidati come pecore da re, sultani, conquistatori. L’aspirazione ultima dei popoli era, allora, di avere qualcuno che li rappresentasse dinnanzi ai governanti. Perfino questa aspirazione fu loro negata e per ottenerla i popoli affrontarono lunghe e dure lotte. E’ dunque irragionevole oggi, dopo la vittoria dell’era delle repubbliche e l’inizio dell’era delle masse, che la democrazia sia la formazione di un piccolo gruppo di deputati, che agiscono in nome delle grandi masse popolari. E’ una teoria antiquata ed una esperienza superata. Il potere deve essere interamente del popolo. Le più tiranniche dittature che il mondo abbia mai conosciuto si sono instaurate all’ombra dei parlamenti.


IL PARTITO

Il partito è la dittatura contemporanea. E’ lo strumento di governo delle moderne dittature poiché rappresenta il potere di una parte sul tutto. E’ il più recente sistema dittatoriale. Poiché il partito non è un individuo, esso da luogo a un’apparente democrazia, formando assemblee e comitati senza contare la propaganda svolta dai suoi membri. Il partito non è affatto un organo democratico poiché è composto da individui che hanno o gli stessi interessi o le stesse opinioni o la stessa cultura o che appartengono alla stessa regione o che hanno la stessa ideologia. Essi formano un partito per realizzare i loro interessi o per imporre le loro opinioni o per estendere il potere della loro dottrina a tutte le società. Il loro obbiettivo è giungere al potere con il pretesto di attuare i loro programmi. Non è democraticamente ammissibile che uno qualsiasi di questi gruppi governi l’intero popolo, che è formato da numerosi interessi, idee, temperamenti, luoghi di provenienza e credi. Il partito è uno strumento di governo dittatoriale in quanto permette a coloro che hanno le stesse opinioni e gli stessi interessi di governare il popolo nel suo insieme. Rispetto al popolo, il partito è una minoranza. Lo scopo che determina la formazione di un partito è quello di creare uno strumento per governare il popolo, in altre parole, di governare tramite il partito su coloro che sono al di fuori di esso. Il partito, infatti, si fonda essenzialmente su una teoria autoritaria ed arbitraria... vale a dire sul dispositismo dei membri del partito sugli altri elementi del popolo. Il partito afferma che l’accesso al potere è il mezzo per realizzare i propri obiettivi, pretendendo che questi obiettivi, siano quelli del popolo. Questa è la teoria che giustifica la dittatura del partito ed è la stessa teoria su cui si fonda qualsiasi dittatura. Qualunque sia il numero dei partiti, la teoria è sempre la stessa. L’esistenza di più partiti inasprisce la lotta per il potere, che si risolve nella distruzione di ogni conquista del popolo e nel sabotaggio di ogni programma di sviluppo della società. Questa distruzione serve da preteso (al partito di opposizione) per giustificare il tentativo di indebolire la posizione del partito al potere, allo scopo di prenderne il posto. La lotta tra i partiti, se non si risolve nella lotta armata, il che avviene raramente, si svolge per mezzo della critica e della denigrazione reciproca. E’ una lotta che si combatte inevitabilmente a danno degli interessi vitali e supremi della società e da ciò consegue che una parte o tutti gli interessi della società cadranno vittime della lotta dei partiti per giungere al potere. Infatti, è nella distribuzione stessa di questi interessi che il partito o i partiti all’opposizione trovano la giustificazione della loro controversia con il partito al potere. Il partito all’opposizione per giungere al potere deve abbattere lo strumento di governo che è al potere. Per fare questo deve distruggerne le realizzazioni e denigrarne i programmi anche se sono utili alla società. Di conseguenza, gli interessi ed i programmi della società diventano vittime della lotta dei partiti per giungere al potere. Certo, il conflitto nato dalla molteplicità dei partiti suscita un’intensa attività politica, ma rimane sempre il fatto che tale conflitto è, da una parte, politicamente, socialmente ed economicamente distruttivo per la società e, dall’altra, si risolve sempre con la vittoria di un altro strumento di governo identico al precedente; vale a dire con la caduta di un partito e con la vittoria di un altro. E’ sempre la sconfitta del popolo e, quindi, la sconfitta della democrazia. Inoltre i partiti possono essere comprati o corrotti sia dall’interno che dall’esterno. Originariamente il partito nasce come rappresentante del popolo, poi la direzione del partito diventa la rappresentante dei membri del partito, e il presidente del partito diventa il rappresentante della direzione del partito. E’ chiaro così che il gioco dei partiti è un’ingannevole farsa fondata su una caricatura di democrazia dal contenuto egoista e fondata sul gioco degli intrighi e delle manovre politiche. Tutto questo conferma che il partitismo è uno strumento della dittatura moderna. E’ una dittatura che si presenta apertamente, senza maschera, e che il mondo non ha ancora superata. E’ realmente "la dittatura dell’epoca contemporanea". Il parlamento del partito vincitore e in realtà il parlamento del partito; il potere esecutivo designato da questo parlamento è il potere del partito sul popolo. Il potere del partito, che dovrebbe essere al servizio del popolo intero, è in realtà nemico mortale di una parte di esso, di quella, cioè, costituita dal partito o dai partiti all’opposizione e dai loro sostenitori. L’opposizione non rappresenta il controllo popolare sul partito al potere; piuttosto, cerca, essa stessa, una possibilità di sostituirlo al potere. Secondo la tesi della democrazia moderna, il controllo legale appartiene al parlamento, la cui maggioranza è costituita da membri del partito al potere, vale a dire, che il controllo è nelle mani del partito che esercita tale controllo. Sono dunque evidenti l’impostura, la falsificazione, la inefficacia delle teorie politiche dominanti oggi nel mondo dalle quali scaturisce la democrazia tradizionale nella sua forma attuale. Il partito rappresenta soltanto una parte del popolo, ma la sovranità popolare è indivisibile. Il partito governa in nome del popolo, ma il principio fondamentale è che non deve esserci "nessuna rappresentanza al posto del popolo". Il partito è la tribù e la setta dell’età moderna. La società governata da un unico partito è identica a quella governata da un’unica tribù o da un’unica setta. Il partito, come abbiamo già affermato, rappresenta le opinioni, le ideologie, il luogo di provenienza di un solo gruppo della società. Il partito, quindi, è una minoranza rispetto all’intero popolo, così come lo sono la tribù e la setta. La minoranza ha gli stessi interessi e la stessa ideologia. Da questi interessi o da questa ideologia scaturiscono identiche opinioni. Non vi è nessuna differenza tra il partito e la tribù, eccezion fatta per il legame di sangue, che, d’altra parte, può esistere anche nel partito al momento della sua costituzione. La lotta dei partiti non differisce in alcun modo della lotta delle tribù o delle sette per ottenere il poter. Se il sistema tribale o settario è da rifiutare e da deplorare politicamente, si deve anche rifiutare e deplorare il sistema dei partiti, poiché tutti e due i sistemi precedono nello stesso modo e conducono allo stesso risultato. Per la società, la lotta dei partiti ha lo stesso effetto negativo e distruttivo della lotta tribale o settaria.
configurerebbero anche loro come partito per collocare i propri uomini nel ruolo di potere .

domenica 28 ottobre 2012

La situazione mondiale attuale


SITUAZIONE ATTUALE DAL PUNTO DI VISTA METAFISICO .
L’  uomo di oggi   sta raggiungendo un grado di progresso scientifico molto elevato che gli permette di trasformare e lavorare i prodotti della terra e  perciò creare il proprio  benessere con una adeguata tecnologia meccanica .
L ‘uomo ha i mezzi per lavorare vaste aree terrestri , vasti continenti che  prima non producevano nulla o ben poco dal punto di vista agricolo alimentare ,   che  spesso cresceva  quasi spontaneamente .  Ora  l’ uomo è in grado anche di scavare  vaste profondità nel sottosuolo e nel mare  per trovare prodotti da trasformare utili alla vita umana .
I popoli  extraeuropei che con una adeguata formazione scientifica sanno sfruttare meglio sia le proprie risorse  che   quelle importate , riescono a organizzarsi meglio e  avere  lavoro e commercio, mentre i popoli europei che hanno una buona formazione scientifica e culturale proveniente da una costante tradizione scientifica e morale , sono sempre all ‘avanguardia nella ricerca tecnologica .

L ‘uomo oggi con la sua scienza  è in grado di copiare dalla intelligenza perfetta della  natura molti segreti, riprodurli , usarli per il proprio benessere nel   lavoro quotidiano ,nonché indirettamente usarli  per il bene comune della vita sociale .
Mano a mano che cresce la diffusione della tecnologia sulla terra l ‘uomo riesce a dominare e trasformare sempre nuove aree abitabili moltiplicandosi e proliferando ovunque con nuove tecnologie che gli permettono di sopravvivere perchè man mano che aumenta di numero trova nuove occasioni che non sa nemmeno spiegarsi da dove gli arrivano, credendo sia la sua intelligenza o il caso  a darglieli .
Ma quello che blocca il bene comune dei popoli della terra sono le situazioni di ingiustizia ; c’è chi forte della  propria tradizione scientifica , economica e culturale , si appropria di tutte le risorse  e sfrutta tutto a proprio vantaggio servendosi di chi sta più indietro sul piano economico e culturale .  A livello mondiale , nei popoli di tradizione europea attualmente, si nota un vasto progresso scientifico ma contemporaneamente a un decadimento morale che stravolge l’ uso dei mezzi in suo possesso e  gli stessi fini della propria sopravvivenza.  All’ origine c’è la distruzione dei nuclei familiari , pietra miliare di ogni raggruppamento politico - sociale .  Le famose scienze sociali sviluppate metodicamente ,nonché  i nuovi parametri culturali , invece di motivare l’ unità di questo nucleo per sanare una vita sociale nel sistema politico , hanno posto dei freni , nonché hanno macchinato contro questa unità prospettando un’ egoistica libertà individuale e morale , dove la libertà e gli interessi falsati scientificamente  dell’ individuo preso singolarmente, sono stati eletti a diritti umani universali .  La cultura , l’arte , come un codazzo stantio e mefitico  fanno da cassa di risonanza nella falsificazione dei diritti del singolo e contro il bene comune sociale .  Non si conosce più una morale universalmente accettata e ognuno crede di essere libero quando sventola a tutti le sue idee liberamente .  I popoli che ancora non conoscevano il progresso scientifico ma erano legati a delle tradizioni che più o meno rispecchiavano la legge naturale , sono rimasti senza più un  orientamento stabile . Alcuni popoli e gruppi sociali reagiscono  facendo rinascere un oscurantismo religioso settario  per opporsi al progresso scientifico e tecnologico che a torto accomunano al disfacimento morale della  civiltà occidentale .  L’ occidente scientifico e tecnologico  non ha più nulla da insegnare e non ha nemmeno più il diritto di governare il mondo senza progresso morale !!!    La sua nuova morale legata alle “scienze psicologiche “  non ha più nulla di buono da salvare , è una cancrena che non porta quella libertà , uguaglianza e fraternità ai popoli che promettevano illudendo molti .  Oggi si esportano questi  nuovi principi nei popoli  a suon di bombe  . ….
Cosa fare visto la situazione presente ? Cosa ci suggerisce la Scrittura che traccia sempre una linea di giudizio sulla vita dei popoli di tutti i tempi  e fa da termometro della storia dei secoli ?   Il profeta Geremia ci indica due vie da seguire per salvarsi da questa situazione : ritornare alla legge !!!!     Ma siccome questa via è un’ utopia e resterà inascoltata non essendoci  oramai alcuna autorità morale e civile a livello mondiale in grado farla rispettare , egli propone una seconda via .    “  Per adesso , arrendersi momentaneamente  a Nabucodonosor . Magari pagargli il tributo , che non vuol dire di accettare i sui principi imperialistici, ma di non perdere tempo in una sterile quanto inutile opposizione concreta .  Aspettare pazientemente che arrivino i suoi giorni, quando crollerà rovinosamente proprio a causa dei suoi atti e del suo governo , quando si crederà di aver sottomessa  tutta la terra ai suoi piedi , crollerà irrimediabilmente  pure lui e sarà schiavo .  E’ disfattismo  ? E’ resa al nemico ? Per questo fu arrestato e imprigionato Geremia quando Nabucodonosor era alle porte. In realtà non si trattava  di fare i rivoluzionari quando tutto crollava  e non si aveva  nemmeno chiaro cosa opporgli .  Geremia ci dice una cosa molto semplice : “non volete essere schiavi ?  Ritornate subito alla legge : Dio stesso vi libererà  in maniera prodigiosa  : “ liberate gli schiavi e smettete di uccidere e rubare “.  Ma  vedete che oramai non si può fare più  nulla  politicamente contro questo  fiume in tempesta , contro questo fiume iniquo che travolge  tutto !!? Non ci sono speranze politiche  ?  Sottomettetevi e obbedite al nuovo padrone  finchè arriveranno i suoi giorni  !!!!   , “Chi non si sottomette , verrà spazzato via dal Signore   perchè questa situazione è permessa da  LUI  stesso   “””     

lunedì 22 ottobre 2012

La politica ai tempi di Geremia e Isaia


La politica ai tempi di Geremia e Isaia

Con Isaia e Geremia ci troviamo davanti a due profeti che predicano le stesse cose : giustizia sociale , ritorno alla morale ,lotta alla corruzione sociale , ma in due contesti politici  ben differenti    fra loro .
  Il primo Isaia, riconosciuto quasi ufficialmente come profeta nazionale perché ricevette nel Tempio la sua missione profetica  verso il 700 a. C. , svolse la sua azione  nel momento di maggior pericolo per il Regno di Giuda . Un Regno del Nord , l’Assiria minacciava pericolosamente il piccolo Regno di Giuda, rendendo inutili tutte le politiche di alleanza militare dei vari regnicoli limitrofi per difendersi dall’  incombente percolo .
Ezechia Re di Giuda si lasciò trascinare in un’ alleanza  di rivolta  contro l’Assiria e  Isaia lo sostenne predicando una difesa ad oltranza  dai babilonesi  quando Sennacherib venne  in  giudea con un immenso esercito devastando la Palestina, uccidendo e deportando quasi tutti gli abitanti del ceto medio superiore.  Anche qui ci troviamo davanti a un popolo che apparentemente segue i riti liturgici della legge con  sacrifici e offerte in abbondanza,  ma nei tribunali ogni mattina si emettevano sentenze inique  comprate e interessate :  “guai a chi aggiunge casa a casa e campo a campo finchè non vi sia più spazio  e così restate soli ad abitare “ (5,9…) ; “ guai a coloro che si alzano presto al mattino e vanno in cerca di sostanze inebrianti e si attardano la sera  accesi in volto dal vino “ ; guai a coloro che costruiscono il primo piano sull ‘ingiustizia e il secondo piano sulla menzogna  “.   Di fronte al perdurare di  situazioni simili , dice Isaia, non serve nessun sacrifico e nessun atto di culto al Signore né ogni bella omelia di falsi profeti che predicano pace e prosperità al popolo  del Signore , chi ha creato tutto l’ universo, non sa cosa farsene senza il cambio di rotta del  cuore ..
Quando verrà il Signore si chiede Isaia ?    “ Solo quando avrà lavato le brutture delle figlie di Sion e avrà pulito l’ interno di Gerusalemme dal sangue che vi è stato versato con lo spirito di giustizia e con lo spirito di sterminio, allora verrà in ogni punto del monte Sion  e su tutte le assemblee come una nube e come un fumo di giorno … “  (4,3…).    Ma Isaia si trovò  sotto un   re, Ezechia, che fu uno dei pochi discendenti degni del suo antenato Davide , lodato  nei libri sapienziali insieme a pochissimi altri re della lunga discendenza dei re di Giuda, due o tre in tutto .  La tentazione di Ezechia era quella di cedere , sottomettersi al re di Assiria  in cambio della vita e non fare la fine dei regnicoli circostanti tutti devastati e deportati . Ezechia a un certo punto perse la pazienza  e arrivò a minacciare di morte Isaia se le sue promesse di salvezza  da parte del Signore , si fossero ancora prolungate visto che il popolo oramai era ridotto allo stremo per la fame , infatti  si verificarono episodi  di cannibalismo .
Diversa politicamente fu la situazione un secolo e mezzo  dopo ai tempi di Geremia che non era affatto visto come il profeta di corte, ma come un intruso che infastidiva con le sue lamentele nel Tempio davanti agli anziani  o  alle porte della città e   arrivò a predicare pure  di arrendersi ai babilonesi di Nabucodonosor, un nemico e pagano , ritenuto da lui un servo del Signore, colui che adempiva i suoi voleri  su tutti i popoli della terra , fino  a quando non sarebbe giunto il suo giorno anche  per lui …….         Per tal motivo Geremia  fu arrestato più volte, battuto e imprigionato ,ma c’era sempre qualcuno che lo aiutava di nascosto per non farlo morire e lo nascondeva agli occhi della casta che preferiva la sua scomparsa , perché  era un intralcio ai loro affari .  All ‘inizio  Geremia predica la conversione  : “ se smettete di ammazzarvi fra voi , di derubarvi, di opprimervi  con sentenze inique  , se liberate gli schiavi e date il giusto salario agli operai , non farete la fine degli altri popoli, il Tempio non sarà devastato , Gerusalemme non sarà “ arata come un campo “ cosa che era stata predetta  da altri profeti .   Senonché  gli anziani  che vedevano il re a volte dagli credito, di nascosto , quando loro non sorvegliavano , gli opposero altri profeti , riconosciuti e amati da tutti .  Gli opposero Anania che  predicava  pace, amore e fratellanza e  il ritorno a breve dei deportati ;  Anania a un certo punto prese  il giogo dal collo di Geremia  e lo spezzò a terra e disse davanti a tutti : “ Così  , dice il Signore , sarà spezzato il giogo del re di babilonia  Nabucodonosor “ (28,3 ).  Anche a quei tempi c’era troppa gente che si credeva di parlare a nome del Signore e di interpretare  le sua volontà .  
Geremia visto che il suo primo messaggio basato sulla conversione morale  non era accettato, per tentare di salvare la situazione politica  ,cioè  dalla devastazione che era oramai  giunta alle porte , propose una nuova soluzione  .   All’ inizio Geremia disse : “ se ritornate alla legge , vi salverete  e  non ci sarà distruzione e morte  ma prosperità  e progresso per tutti “, però  visto che oramai su questo piano non c’era più nulla da fare perché erano diventati sordi e la situazione era oramai tragica e  ingovernabile, dove ognuno  agiva per conto proprio secondo una legge che si erano fatti loro, Geremia quindi  propose la sottomissione incondizionata a Nabucodonosor , servo del Signore   .    Cap. 27   :   “ Dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele, così parlerete ai vostri signori: 5 Io ho fatto la terra, l'uomo e gli animali che sono sulla terra, con grande potenza e con braccio potente e li do a chi mi piace. 6 Ora ho consegnato tutte quelle regioni in potere di Nabucodònosor re di Babilonia, mio servo; a lui ho consegnato perfino le bestie selvatiche perché lo servano. 7 Tutte le nazioni saranno soggette a lui, a suo figlio e al nipote, finché anche per il suo paese non verrà il momento. Allora molte nazioni e re potenti lo assoggetteranno. 8 La nazione o il regno che non si assoggetterà a lui, Nabucodònosor, re di Babilonia, e che non sottoporrà il collo al giogo del re di Babilonia, io li punirò con la spada, la fame e la peste - dice il Signore - finché non li avrò consegnati in suo potere. 9 Voi non date retta ai vostri profeti né ai vostri indovini né ai vostri sognatori né ai vostri maghi né ai vostri stregoni, che vi dicono: Non sarete soggetti al re di Babilonia! 10 Costoro vi predicono menzogne per allontanarvi dal vostro paese e perché io vi disperda e così andiate in rovina. 11 Invece io lascerò stare tranquilla sul proprio suolo - dice il Signore - la nazione che sottoporrà il collo al giogo del re di Babilonia e gli sarà soggetta; essa lo coltiverà e lo abiterà».  Per tal motivo Geremia fu preso per un traditore che predicava la ribellione , un disfattista che non credeva che il popolo di Dio avrebbe vinto sempre e comunque e il Tempio , opera di Lui ,non sarebbe mai stato toccato dai pagani : “ Tempio del Signore è questo !!” gli gridavano in faccia .    Perciò fu catturato con l’ ordine di ucciderlo ma di nascosto fu buttato in un pozzo semi asciutto  come prigione, dove di nascosto qualcuno gli buttava un tozzo di pane per non farlo morire di fame , fino a quando Gerusalemme non fu presa e “arata come un campo” e il tempio incendiato , demolito e riempito di cadaveri  : Con  le  “ asce e con le scure “ demolirono le sue porte .   Salmo 73    : 3 Volgi i tuoi passi a queste rovine eterne:
il nemico ha devastato tutto nel tuo santuario.
4 Ruggirono i tuoi avversari nel tuo tempio,
issarono i loro vessilli come insegna.
5 Come chi vibra in alto la scure
nel folto di una selva,
6 con l'ascia e con la scure
frantumavano le sue porte.
7 Hanno dato alle fiamme il tuo santuario,
hanno profanato e demolito la dimora del tuo nome;
8 pensavano: «Distruggiamoli tutti»;
hanno bruciato tutti i santuari di Dio nel paese.
9 Non vediamo più le nostre insegne,
non ci sono più profeti
e tra di noi nessuno sa fino a quando...
10 Fino a quando, o Dio, insulterà l'avversario,
il nemico continuerà a disprezzare il tuo nome?
11 Perché ritiri la tua mano
e trattieni in seno la destra?.   

sabato 20 ottobre 2012

IL DOVERE DEL LAICO

Quando quel popolo di beduini erranti che erano i patriarchi , diventò col tempo un popolo stanziale dopo l' esperienza egiziana ,cioè dopo la famosa cattività ,ebbero un sistema politico modellato come gli altri popoli antichi .
Attraverso varie fasi di governo , dove alcuni fungevano da guida religiosa e politica e giudicando le cause del popolo ,si arrivò alla monarchia per espressa volontà divina . Dopo Mosè che si faceva aiutare dagli anziani nelle cause ,vennero i vari giudici e poi il monarca. Ora chi aveva il dovere di far osservare la legge (civile ) non erano affatto i
sacerdoti oppure i leviti , no, erano i laici !!!!!!!
Toccava al re far osservare la legge di Mosè nella pratica quotidiana e non ai sacerdoti che erano incaricati del culto e magari la conoscevano a memoria e la studiavano pure !!! Quindi tocca ai laici amministrare la giustizia, organizzare la vita politica . I preti si occupano di culto, di sacrifici espiatori , abluzioni varie da compiere. ....,mai di politica attiva , non sono all ' altezza mai !!!

sabato 13 ottobre 2012

OGNI ORGANIZZAZIONE SOCIALE

ogni organizzazione sociale si fonda solo sulla legge naturale, altrimenti è un inganno reciproco,altrimenti si fonda sulla legge del più forte scambiata per legge naturale da Hobbes. Proprio Hobbes sosteneva che le leggi della logica politica e filosofica devono essere come quelle della matematica . Però lui cosa fa ? Dice che la legge della giungla è legge naturale !!! Assurdo !!! Legge naturale è la logica , do ut des , e non ti do perchè sei il più forte !!! Lo stato impone con la forza e la giustizia per servire tutti e non perchè è il padrone più forte che col bastone deve calmare gli istinti ferini e selvaggi opposti negli umani .

venerdì 17 agosto 2012

SE L' EUROPA SENZA DIO CI CONSEGNA AI TECNICI




SE L' EUROPA SENZA DIO CI CONSEGNA AI TECNICI

DI PIETRO BARCELLONA
ilsussidiario.net

Nonostante ogni tanto si levi qualche voce di denuncia degli effetti devastanti che le attuali politiche economiche (sostenute dai governi europei e incoraggiate dalla cosiddetta troika e dagli economisti tedeschi) stanno producendo sul funzionamento effettivo della nostra democrazia, ho l’impressione che il pensiero dominante non lasci alcuno spazio alla pensabilità di alternative possibili.

Per fare qualche esempio basta citare gli editoriali di Galli della Loggia sul Corriere della Sera e quello di Guido Rossi sul Sole 24 Ore. Dalle politiche economiche adottate al livello della comunità viene sostanzialmente neutralizzata ogni opzione politica capace di caratterizzare il ruolo di un partito nazionale rispetto ai vincoli rigidamente imperativi che riguardano la questione del bilancio pubblico. Guido Rossi addirittura ipotizza il regresso ad una fase feudale in cui le gerarchie tecnocratiche impongono a tutti i cittadini europei le loro inderogabili direttive.

La sovranità popolare è messa fuori campo e le forze politiche trasformate in attori di una sceneggiata senza alcuna effettività pratica. È proprio ridicolo che la Germania rinfacci al presidente del Consiglio Monti di aver mostrato scarsa sensibilità democratica nei confronti dell’opinione pubblica tedesca alla quale il governo federale ritiene di dovere prestare il massimo ossequio contro le visioni tecnocratiche e autoritarie che sarebbero espresse nelle parole del presidente del Consiglio italiano.

In realtà il punto su cui occorre misurare la tenuta democratica dei Paesi dell’Eurozona non è certo la disputa fasulla tra Merkel che difende la democrazia e Monti che si affida alle tecnostrutture dell’economia europea e mondiale. Il punto vero è un altro ed è quello di come in questi ultimi anni il pensiero economico, che attribuisce ai “mercati” e alla contabilità nazionale il ruolo di unici interpreti del senso comune delle società europee, sia diventato dominante nella coscienza di tutti. Si è molto discusso del pensiero unico che attribuisce all’economia il ruolo centrale nella società globalizzata e ai mercati il ruolo di criterio ultimo cui affidare la misura di ogni scelta di governo. Tuttavia la forza di penetrazione del nuovo imperativo epocale di corrispondere alle esigenze dei “mercati” è in realtà fuori discussione anche nei critici delle attuali scelte economiche, giacché tutti sono accomunati dalla premessa secondo la quale se non si riesce a riacquistare la fiducia dei mercati la vera alternativa è la catastrofe come in Grecia.

Ora, è su questo pensiero unico che bisogna puntare la lente di ingrandimento per capire lo spirito del nostro presente che, come sempre, è la cartina di tornasole di come effettivamente si svolge la vita quotidiana degli uomini e delle donne.

Nel corso di questo mese ho avuto modo di leggere uno straordinario libro di un pensatore tedesco di origine ebraica, Eric Voegelin, che ha svolto una preziosa riflessione sulla nazificazione della Germania ai tempi di Hitler e che è riuscito a cogliere l’attualità drammatica di certi processi degenerativi anche nella realtà tedesca e occidentale del nostro tempo. Le lezioni di Voegelin sono del 1964 e hanno un’incredibile attualità se riferite a questo periodo della nostra storia. Voegelin sostiene che il processo di nazificazione accompagna l’ascesa di Hitler ma non ne è il prodotto, giacché riflette un lungo periodo di decadenza morale e intellettuale del popolo tedesco, caratterizzato da fenomeni che appaiono tuttora diffusi nella mentalità tedesca ed europea: la nazificazione del popolo tedesco avviene attraverso il progressivo abbandono di ogni coscienza morale e la progressiva disumanizzazione degli individui che compongono il popolo e la comunità.

Viene cioè affermandosi, secondo Voegelin, una progressiva deresponsabilizzazione e un’indifferenza politico-morale che spingono il popolo ad accettare passivamente tutto ciò che viene comunicato da fonti considerate autorevoli sulla base di una costante manipolazione propagandistica. La spersonalizzazione di ogni regola di condotta e la sua legittimazione in base ad una presunta autorità della fonte di comando destituiscono ogni spazio di libera decisione e ogni capacità critica. La manipolazione da parte del bombardamento sistematico di false informazioni, costruite al fine di creare una seconda realtà rispetto a quella effettiva, rende gli uomini − come dice testualmente Voegelin − dei veri e propri” idioti”.

Scrive De Benedetti nella prefazione: “ogni crimine oggi avviene per via amministrativa in nome di un management delle cose al quale non si può dire di no soltanto per una colpevole stupidità. Il pifferaio magico del nostro tempo conduce i topi nel fiume perché ha falsato un bilancio, ha imbrogliato una proiezione di mercato, ha frainteso gli umori del popolo, e però la maggior parte degli uomini non si trova di fronte una camicia bruna in stivaloni ma solo un capodipartimento qualificato come tecnico assolutamente competente. Si somministra il male e il danno ai più deboli in via democratica, si fa male con l’ordinaria amministrazione. Non c’è nessuna grandezza ma solo banalità dell’osservanza”. Voegelin definisce la situazione del senso comune popolare con il termine di buttermelcher, per indicare la diffusione dello spirito piccolo-borghese dell’ipocrisia sociale delle buone maniere come pedigree per un curriculum di inserimento nella società del consenso di massa e come rinuncia totale alla critica di quella che egli chiama la “seconda realtà” della finzione e della menzogna.

L’aspetto che trovo più interessante nella lezione di Voegelin è quanto questo processo di annichilimento della vita interiore del cittadino e dell’individuo sia accompagnato da un mutamento dell’orizzonte dei saperi, orientati sempre più verso una rappresentazione dell’individuo come mero prodotto della storia biologica e sociale. Una sorta di cultura del “neonaturalismo scientista” che abolisce totalmente il problema del significato della vita in rapporto a tutte le “verità che non siano empiricamente dimostrabili”: un’ottusa immanenza nella vita quotidiana che si risolve nella gestione dei propri interessi particolari senza alcun senso di responsabilità e senza alcuna capacità di mettere in discussione ciò che appare coperto dalla autorità del potere.

Voegelin è molto duro nel definire una società in preda ad una inconsapevole nazificazione come caratterizzata da masse di “idioti” − nel senso di uomini privi di ogni coscienza critica e morale − e di gruppi di “farabutti” attrezzati ad utilizzare la stupidità degli altri. Questo spirito opaco di acquiescenza penetra tutte le articolazioni della società: nelle facoltà di medicina si diffondono culture positivistiche ed eugenetiche che tendono a porsi il problema del miglior funzionamento dell’uomo come macchina produttiva; nelle facoltà di diritto si apprende l’arte del formalismo tecnico che nega ogni rilevanza al significato sostanziale degli interessi e dei valori in gioco; negli stili di vita di massa prevale il conformismo e il carrierismo, l’opportunismo e il trasformismo. Ogni essere umano non risponde più ad un’autorità trascendente ma soltanto ad un capoufficio o a un direttore di dipartimento.

Tutti gli opinionisti esaltano la moderazione e la pacificazione degli animi in vista di un benessere diventato oramai puro accesso ai consumi che simbolizzano gli status gerarchici della società. Secondo Voegelin questo enorme degrado, che si caratterizza per una totale disumanizzazione e per una incapacità di fare esperienza delle realtà profonde, dipende dalla negazione di ogni trascendenza capace di ricondurre l’essere umano alla domanda fondamentale della sua finitezza e del suo destino mortale. Certo, da quando è morto Dio non è più facile stabilire perché un uomo non possa torturare e uccidere un altro uomo. In realtà, in una visione come quella descritta da Voegelin ciò che è completamente negato è il valore della vita di ogni persona e, nonostante le continue affermazioni sulla dignità di un essere umano, non si riesce proprio a capire su quali basi possa essere fondata tale dignità fino a garantirla da ogni sopruso e da ogni manipolazione.

Per questa ragione sono convinto e ho scritto più volte che il problema della trascendenza non può essere ignorato da chi si pone il problema della convivenza democratica. Non possono essere assunte soltanto le regole e le procedure come garanzie di un rapporto umano tra gli appartenenti ad un gruppo o a una comunità. È necessario un principio fondamentale e condiviso che riguardi il valore della vita, il suo significato oltre le esperienze particolari. L’ondata fisicalista e l’offensiva delle neuroscienze, che tendono ad eliminare ogni significato profondo della vita umana, sono certamente produttive di disorientamento morale e di perdita di responsabilità verso la vita. Se l’uomo è un puro assemblaggio di molecole, prodotto da uno strano intreccio di caso e necessità, non si riesce proprio a capire in che modo io sono responsabile della mia vita e di quella degli altri. I segni di una disumanizzazione della vita collettiva vanno ben oltre il significato parossistico dell’egemonia del pensiero economico che riduce la contabilità umana a insiemi di numeri e di valori monetari.

Vorrei cominciare da una banalità: i figli della nostra epoca sono in grado di credere ai genitori, a queste coppie di uomini e donne che li mettono al mondo assumendosi la responsabilità di accoglierli per educarli a comprendere il significato della vita? Senza la responsabilità di persone concrete che si assumono il compito di trasformare un piccolo d’uomo in un essere socievole, non ci può essere alcuna “ santificazione” della vita. La santificazione della vita dovrebbe essere il perno su cui si costruisce l’insieme delle relazioni umane che danno vita a gruppi e popoli. Essa però non è fatta di norme giuridiche nè di imperativi religiosi ma dalla consapevolezza che il venire al mondo inaugura uno spazio nuovo per tutta l’umanità. Santificare la vita significa dare a un essere umano le condizioni per entrare in rapporto con gli altri fiduciosamente, per potere amare ed essere amato senza secondi fini. La santificazione della vita significa il rispetto del suo mistero, il porre un limite ragionevolmente argomentato contro tutto ciò che tende a trasformare la natura umana in un puro accidente programmabile secondo calcoli che non hanno nulla a che vedere col senso profondo del venire al mondo.

Una vita democratica che si pone come “seconda realtà immaginaria”, fatta di conteggi e di strategie astute, non pone neppure come problema la questione della difesa della vita umana.

Pietro Barcellona
Fonte: www.ilsussidiario.net

martedì 24 luglio 2012

Circa le leggi e la meccanica celeste dell universo mondo


Circa le leggi e la meccanica celeste dell universo mondo

Se noi tirassimo idealmente una linea retta da qualsiasi direzione della terra verso l’universo circostante , essa non troverebbe mai una fine e anche se la retta facesse il giro, la terra risulterebbe sempre al centro di questo giro,quindi la terra è al centro dell’universo,centimetro meno centimetro piu *
Se poi noi col termine universo ci riferiamo sia alla parte visibile che alla parte invisibile di ciò che è, l’universo è senza dubbio infinito in quanto la realtà più invisibile che lo sorregge, Dio, è invisibile e infinito essendo purissimo spirito. Perciò avevano ragione gli antichi a considerare la terra al centro del sistema solare e di tutto il cosmo ,termine che significa ordine .Tutto gira idealmente intorno alla terra abitata dall’uomo secondo un ordine infinito !!
Ma noi abbiamo un motivo in più per credere che la terra sia al centro di tutto il creato e dello spazio ordinato,il fatto che proprio su questa terra si è incarnato il Verbo, cioè quella Mente con la quale è progettato tutto il cosmo . Quando un architetto,un ingegnere costruisce una casa ,un palazzo, un quartiere abitabile,egli ha prima di tutto un progetto nella mente e sulla carta che segue pedissequamente , questo progetto viene prima della realizzazione dell’opera . Ora il progetto in Dio, è il Verbo stesso , cioè la Sapienza (Pro,8,22-31) con la quale il Padre realizza i suoi progetti , dove sono nascosti tutti i tesori della scienza umana e divina !!! Tesori di scienza ch egli elargisce secondo i tempi e le necessità degli uomini .attraverso le epoche storiche . Esse ci rappresentano la stessa logica perché sono giuste e se funzionano e seguono un ordine sono giuste . L’uomo non può ispirarsi ad altri progetti e logiche di ragionamento .
Immaginate un po’ uno stato , una nazione senza una legge cosa sarebbe ; ci sarebbe il caos,il disordine, l’arbitrio delle bande e dei più forti . La distruzione reciproca col disordine e l’ingiustizia di tutto perché senza la pace non ci sarebbe nessun progresso neanche scientifico . La legge ispirata alla sapienza , alla logica , allora è quel paragone su cui fondare la convivenza e la giustizia tra gli esseri umani . Leggi giuste rappresentano l’ordine e queste leggi può farle anche l’uomo ispirandosi al Verbo , all’Ordine , alla Sapienza dell’universo che regola tutto secondo norme fondamentali . Alcuni codici umani antichi e moderni hanno tentato di porre un ordine di convivenza civile negli stati e nazioni secondo gli usi e costumi ,ma la pietra di paragone di ogni legge naturale e universale umana è la legge rivelata a un popolo solo e mediante quel popolo trasmessa a tutta l’umanità – E’ la legge del Sinai che gli ebrei conservavano in una cassa d’oro . Ora se il mondo è razionale,ordinato nella più piccola molecola o atomo, non dipende dalla mia opinione e visione della cose .Ha qualcosa di oggettivo a cui tutti possiamo riferirci senza errare , perché solo ciò che è razionale è reale e ha la possibilità di esistere e durare. Degli atomi senza protoni e neutroni non esisterebbero, senza seguire una legge non esisterebbero. Quindi il mondo del reale non siamo noi a crearlo ma lo vediamo carico di scienza e di intelligenza a cui possiamo ispirarci per trarre segreti per la nostra vita pratica . Adeguiamo la nostra scienza e intelligenza ,copiamo, ci adattiamo alle sue leggi, le riproduciamo con fedeltà ,obbediamo alla sue leggi !!! Sul piano morale, cioè concernente l ‘agire umano dell’uomo , abbiamo uno stesso ordine da rispettare affinchè abbiamo una vita sociale stabile e duratura e ordinata . Abbiamo leggi razionali che funzionano secondo giustizia , come funziona una legge scientifica .
A queste leggi bisogna solo adeguarsi non per fede ma secondo ragione .Esse rappresentano la ragione e il bene comune o sociale dell’uomo in quanto universali e oggettive, comprensibili a tutti gli uomini perché una civiltà che non si adegua va incontro ad autodistruzione col passare degli anni. Non ha futuro perché contraria alla ragione oggettiva e senza giustizia .
C' E' UNA RELAZIONE TRA ORDINE COSMICO DEL CREATO E ORDINE MORALE UNIVERSALE E QUESTA MORALE COINCIDE PERFETTAMENTE CON LA MORALE CATTOLICA ROMANA.
There is a relationship between cosmic order created and universal moral and cosmic order this report coincides perfectly with the Roman Catholic moral
by Affus
LE PROVE DELL'ESISTENZA DI DIO SONO MILIARDI DI MILARDI,MA QUELLE DA NOI CONOSCIUTE, DEFINITE RAZIONALI SONO UNA DECINA LE PIU CONOSCIUTE ...


QUELLA PIU MODERNA DA ME ELABORATA SI BASA SULLE MODERNE SCIENZE ASTRONIMICHE MA è DI UNA SEMPLICITA SPAVENTOSA .ECCOLA .
LE MIRIADI DI GALASSIE CHE CONTENGONO MIRIADI DI STELLE CHE CHIAMIAMO COSMO, OCCUPANO TUTTE UNO SPAZIO VUOTO (ex nihil ) .
EBBENE DIO è PROPRIO QUELLO SPAZIO VUOTO INVISIBILE AD OCCHIO UMANO CHE OCCUPA TUTTO CIO’ CHE NON è MATERIA IN OGNI PARTE DELL'UNIVERSO MONDO . E' QUEL VUOTO DA CUI PROMANA LA MATERIA CREATA  CHE DA IL SENSO A QUELLA MATERIA VISIBILE E INVISILE E CHE LA REGGE !!

La materia o contiene o è contenuta,siccome la materia non è Dio e occuppa uno spazio-tempo, allora è contenuta tutta da Dio. La materia è sub-stanzia cioè sta sotto,è promanazione dell'inteligenza di Dio che gli da l'essere. Perche il vero essere è Dio,la  vera sostanza invisibile, essendo tutto il resto relativo a lui.che è assoluto.



Un'altra prova  dell’esistenza ce l’ha data il vangelo stesso in san Giovanni che si avvale  di un intuizione

 della filosofia greca , di cui  ne   parla anche la sapienza biblica .

 Giovanni 1

1 In principio era il Verbo,
il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
2 Egli era in principio presso Dio:
3 tutto è stato fatto per mezzo di lui,
e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.


  Dio esiste  perché  alla base del  mondo e di  tutte le cose presenti , c’è  sempre un’ idea oggettiva  di quelle idee che
sono la forma delle  cose esistenti come idee .
Ogni cosa nella sua complessità ,  evoluzione o semplicità  , ha alla base una idea indistruttibile,invisibile,eterna  se è reale per noi .   Ogni cosa che  esiste nelle  idee ma    non esiste nella realtà , esiste solo come associazione di idee e non come reale . Come associazione potrebbe esistere ma non è nel nostro potere farla esistere.  Molte  idee poi esprimono sentimenti che materialmente non esistono ma sono sempre mezzi  della natura e vita  divina e non sono misurabili . Se poi un’ idea  non può  esistere come  reale, è frutto di immaginazione , è utopia o sogno o immaginazione  . Esiste come possibilita ma non è reale . Esse sono una  elaborazione della nostra mente che se legata al reale potrebbe esistere ed essere misurate , ma esiste una realtà umana e divina  che non è il mondo della materia e della   ricerca scientifica . Queste idee eterne con le quali ragioniamo e agiamo, con le quali  comunichiamo,non sono frutto del linguaggio umano  perché ogni parola nasconde un significato veicolato dal segno o dal suono.    Ebbene questi significati invisibili  che vengono rappresentati dai segni  sono solo  tutti in Dio. Tutte queste idee infinite  sono  nella  mente di Dio  stesso all’infinito e immutabili perché sono eterne ,noi ne conosciamo solo la   miliardesima parte e tutte in Dio  hanno una loro logica e razionalità . Queste idee sono il mezzo ( intelletto)  con cui Dio ha creato tutte le cose fornendogli   l’essere .


ALTRA PROVA CHE DIO  ESISTE ED E’ CATTOLICO

Come nella matematica esiste una ragione che ci fa dire che 3+5 è = 8 con un ragionamento giusto accettato da tutti senza alcuna obiezione, cosi nella vita morale della vita associata degli uomini  ci deve essere una ragione , un idea di giustizia accettata da tutti che permette di convenire su  norme accettate da tutti che permettono la vita comune ordinata tra gli uomini.    Questa ragione non l’ha inventata l’uomo ma esiste fuori dall’uomo anche se egli muore,questa ragione è eterna ed è Dio . La norma oggettiva universale che è giusta  si chiama legge naturale , che è stata pure rivelata , e corrisponde esattamente alla morale cattolica romana .







  
La destra, le scienze umane e la psicologia

La destra è molto sensibile alle scienze umane perché solo attraverso una conoscenza vera e  profonda dell’uomo  possono  emergere i valori in cui essa crede e vuole realizzare  nelle  società umane  .  Alcune scienze sono tecniche dell 'uomo  che servono a esprimere il suo linguaggio fatto di sentimenti ed emozioni dell’anima e servono  per meglio comunicare come   la letteratura e i mezzi di comunicazione .    Altre invece  cercano di capire la  storia  comune di un popolo o della terra o a  indagare sul meccanismo del pensiero specifico come la psicologia  etc. .
 E’ chiaro che la tecnica espressiva , l’arte  da sola  potrebbe affascinare ed   essere di per sé un motivo sufficiente di studio, ma per la destra è di fondamentale importanza il contenuto di quest’arte e di queste scienze  .  Un’ arma può affascinare ed essere attraente anche se funziona bene ed è uno strumento di morte molto efficiente , cosi anche la scienza se i suoi contenuti sono lasciati alla merce e all’opinione dei singoli studiosi senza regole , questi  con nuove scoperte cercheranno di avvallare spesso nuove idiozie e convincimenti personali  e indurre a  un falso progresso o  vaticinare sotto  la minaccia di paure inconsce la fine dell’uomo e altre sciagure .   Ecco che bisognerà esaminare i contenuti da cui partono o si muovono per sventare certe minacce e vaticini sibillini ,oppure trovare dei giusti rimedi a un problema di ordine fisico da loro posto  purché non si tocchino le basi etiche su cui la società poggia .
Le  scienze  come   la  stessa cultura devono partire da principi universali  senza i quali resta una tecnica sciagurata   i cui contenuti portano al disastro prima morale poi economico .  Perciò nelle scuole di stato al primo posto va messa la conoscenza  dell ‘unica morale umana, va insegnata quella universale , poi vengono tutte le altre materie di ordine prima scientifico e poi letterario.  I programmi si baseranno sulla connessione  profonda tra ordine reale ,pensiero razionale scientifico, basato sul principio di identità e non contraddizione , e  l’ ordine morale universale che regola tutte le cose del mondo universo-  .     Lo psicologo indagherà sui meccanismi consci e inconsci che si frappongono al sistema morale nella psiche del  singolo cercando di mostrarne le incongruenze razionali   interiori ,   anche se oppresso da divieti a volte esagerati e   inconsistenti , senza cercare di abbattere in nome di  una utopica libertà morale , i fondamenti e le regole dell ‘agire umano giusto.        A tale proposito si deve negare l’appellativo di   psicologo o di  operatore sociale a chiunque  con una cultura libertaria , cerca di abbattere il sistema morale sia nell’individuo e sia   quello di ordine sociale   approfittando di esagerazioni e false rappresentazioni del male che hanno bloccato la fragile psiche del malato. La destra non dialoga ma impone il suo programma perché è legato al bene fondamentale  dell’uomo che  non può essere una libera scelta umana  o una delle tante opinioni . Al bene ci si adegua soltanto, non si frappone un altro “bene” che non esiste .  By Affus


Padre Julio dice :"La teoria elaborata da Lamennais e Maritain e diffusa da E. Mounier, ha finito per imporsi negli ambienti cattolici. Non si può lavorare per la civiltà cristiana, non ci si può impegnare perché siano riconosciuti i diritti della Regalità di Cristo sulla scuola, i sindacati, i gruppi sociali, il potere pubblico, perchè tutto l’ambito temporale rimanga nelle mani del laicato cattolico. Secondo i progressisti, se tutto quest'ordine temporale è caduto nelle mani del liberalismo, del socialismo e del comunismo bisogna lasciarlo dov'é, perché ciò non sarebbe avvenuto senza acquisizioni di progresso nella maggioranza delle età della società attuale, passata dall'antico stato infantile ed ingenuo - attraverso lo stesso carattere sacro costantiniano e gregoriano -, ad una perfetta maturazione dell'età adulta e dell'attuale società moderna"
.  

Questo è il punto della questione che ci interessa trattare perchè la Regalità di Cristo di cui parla padre Julio la si può affermare in due modi, a mio parere,o ribadendola semplicemente e connettendola alla Sacra Scrittura come fa la Chiesa che ha il dovere  di predicare  Cristo come Salvatore, cosa che è piu importante per adesso , oppure (seconda via )  dimostrando come tutto il mondo sia razionale e questa razionalità non è altro se non il  frutto della Creazione Divina che Dio ha infuso alla  totalità della materia creata ,avendo come modello e artefice lo stesso Verbo,cioè la sua Parola con la quale ha creato ogni cosa non senza un ordine  intelligente  che segue ogni grammo di materia creata visibile e invisibile  .  Tutto cio che è visibile proviene da una Idea invisibile ed eterna , che poi si è incarnata sulla terra .
Ora se nella società civile di progresso umano  si può parlare esso avviene  solo quando questo si avvicina a una maggiore giustizia per tutti dove il progresso tecnologico serve come mezzo per attuarlo . Più operiamo la giustizia (divina ) nel campo sociale , servendoci del progresso , piu otteniamo un grado di civilità superiore ,anzi la società perfetta .




LA RAGIONE NON E’ PACIFISTA  NE’ EVOLUTIVA


Mentre nel principio dialettico il termine A , la tesi , contiene nello stesso tempo
il termine B, l’antitesi , cioè il suo contrario , per cui col semplice intuito potremmo già dire
che il termine A non è  né A  né B ,ma è l ‘evoluzione di A e B messi insieme , ovvero C , la sintesi frittata , che è tutto e niente, il vero e il contrario del vero  nello stesso tempo   come inteso da molti ; noi diciamo invece che è un terzo termine che non ha nulla a che fare nella sua identità logica coi due termini precedenti . Il termine A  nella logica aristotelica non è una semplice maschera di altro senza principio di identificazione .   Il termine C  è uguale ad A e B , ma non è né A , né B   !!!!!
Nel principio  razionale di identità aristotelico non c’è  similitudine , non c’è associazione , non c’è assimilazione di B in A  per cui ognuno conserva la propria identità senza confusione ed evoluzione di sorta .  Il colore  bianco non è nero e il nero non è bianco e unendoli viene fuori un colore che non è né il bianco né il nero, il grigio,  anche se li contiene nella sua soggiacente fisicità, ma ha   una sua identità specifica nel vasto panorama dei colori .  Le molecole del bianco poste accanto alle nere danno vita  a una terza identità  specifica e autonoma .  Noi  della  DestraRadicale , riconosciamo  al terzo principio di identità  C ,  aristotelico, un vero è proprio diritto di cittadinanza  ritenendolo  un soggetto identitario  altro rispetto ad  A e B   !
I due termini A e B  possono avere  degli elementi comuni  ;  appartengono ad elementi materiali  chiamati colori la cui molecola o formula è comune a tutti  ma il loro principio di identificazione  nell’ordine logico-matematico o razionale non è lo stesso per entrambi !    Per noi il Bianco è l’opposto del Nero anche se appartiene alla stessa  categoria dei colori !   Il Grigio è una terza identità , rispettabile,  che si differenzia dalle due precedenti , senza confusione e senza commistione . Ciò che in essi è comune è la natura ma ciò che li  individua  è l’identità .  L’identità  non fecit saltus !   Se nel campo scientifico-logico  si abbandona per un attimo  il principio di identità e si procede per commistione non si fa scienza razionale ma ideologia,  nemmeno filosofia , cioè ricerca razionale del vero, dell’oggetto da capire  .  La filosofia  stessa diventa impossibile  perché ci si perde in un atomismo molecolare filosofico infinito del quale  abbiamo perso finanche l’origine del problema da cui siamo partiti perché l’origine stessa è in conoscibile ,appunto  non identificabile . Ecco la loro  necessità di imporre una menzogna   non dimostrabile altrimenti  non possono partire nelle loro pindariche affermazioni scientifiche .  Viene fuori una filosofia democraticistica in cui ci si limita a descrivere, spesso interpretando senza dirlo,l’ordine stesso delle cose  e ritenendo questa verità  descrittiva la verità stessa delle cose .  Ora, proprio nell’ordine logico della scienza umana che procede per natura secondo l’identificazione del termine   ( A diverso da B ),  è impossibile procedere  per commistione, influenzati dal fatto che  due sostanze abbiano caratteristiche comune ,perché questo  è fuorviante sia nel campo sperimentale e sia nel campo logico- matematico dell’ambito scientifico teorico.  La stessa scienza descrittiva degli elementi di identità   ha bisogno di imporre sue categorie di identificazione per  poter procede  altrimenti  non può nemmeno partire .   La logica razionale   stessa non è neutrale alla violenza  perché deve partire da alcuni presupposti  identificativi e interpretativi  altrimenti non può procedere . La realtà esiste , E’ , sta lì ,  e io non la posso semplicemente descrivere nella sua incommensurabile infinità . L’esperimento nel momento stesso che viene compiuto sfugge alla logica ideologica e procede  secondo leggi stabilite che sono fuori di me  ; già date e prestabilite senza inventarne altre , leggi  che fanno violenza a quelle già date che magari ancora non conosciamo . Il principio di identità non può generalizzare e fare assimilazioni  nel suo argomentare ,ma deve individuare il  principio  di identità  normativo  per capire sia l’ambito scientifico materiale e sia l’ambito delle idee .  Le idee,  come nella Rivelazione che si accetta per fede, sono già date  in senso oggettivo  nella realtà esistente , ma ciò non significa che non abbiano una loro logica interna sia che si parti da assiomi e sia che si parti   dall’oggetto in sè e per sè senza dimostrazione logico matematica .   La realtà esiste nella sua intelligente infinità sensibile  e ciò che esiste non può esistere senza avere una intelligenza interna  finita  rispetto alla vastità del sensibile .
Una cosa che non racchiude un’ intelligenza, semplicemente non esiste nel campo sensibile .
Non si può prescindere nei confronti della realtà sensibile dal dire : la realtà esiste !  La realtà c’è !
Ora questa realtà  racchiude le orme di una intelligenza infinita  ; questa realtà ha leggi fisse , comuni  ,ma non identiche !  L ‘ ordine logico ha bisogno di identificarle per scoprire la loro.
intelligenza e razionalità . Esse esistevano prima dell’uomo , esistono,  ed esisteranno sempre  nel logos divino eterno .  Ora  il  fatto che la realtà esiste a questo modo e non in un altro, essa non esprime una  natura democratica e opzionabile .  Essa è cosi com’è ; o la accetti o la rifiuti  non cambia niente , essa sta lì in tutta la sua immensità e in tutta la sua violenza predeterminata .  Il principio di identità cognitivo delle cose , trova il suo omologo  nel campo del dover essere nel principio morale rivelato  : occhio per occhio dente per dente .   I paragoni tra ordine sensibile logico morale rivelato sono possibile solo per analogia .  Dal principio di giustizia  rivelato  deriva un principio di giustizia  morale imprescindibile che la destra  interpreta e attua nell’ambito individuale e sociale  distinguendo  i piani  e le dovute e necessarie competenze .  (By affus )