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Emerso in occasione della crisi dei Pacs/Dico, il conflitto fra i cattolici democratici e il Magistero della Chiesa risale almeno al 1974, quando votarono a favore del divorzio. In sintesi, ecco le origini storiche e dottrinali di un profondo dissidio.
[Da «il Timone» n. 63, maggio 2007]
Il cattolicesimo democratico, in senso lato, è quel movimento intellettuale nato all’interno della Chiesa cattolica dopo
La politica avrà sempre un ruolo importante nei diversi conflitti che dilanieranno il cattolicesimo democratico italiano nel suo rapporto con
Nel partito d’ispirazione cristiana convivono diverse anime fra le quali il cattolicesimo democratico, cosi come ho cercato di descriverlo fino a questo punto, è rappresentato soprattutto dalla corrente di sinistra guidata da Giuseppe Dossetti (1913-1996) e costruita attorno ai “professorini” Amintore Fanfani (1908-1999) e Giuseppe Lazzati (1909-1986)] dell’Università Cattolica del rettore padre Agostino Gemelli (1878-1959), che a differenza di quanto si pensa comunemente ha avuto un ruolo prevalentemente “progressista” nella storia del mondo cattolico italiano Accanto ai cattolici democratici vi sono gli ex popolari [Alcide De Gasperi (1881-1954) era stato l’ultimo segretario del PPI prima delta scioglimento] e che normalmente vengono definiti come cattolici liberali, e inoltre i numerosi parlamentari provenienti dall’Azione Cattolica e dai Comitati Civici di Luigi Gedda (1902-2000), che amavano riconoscersi nella storia del movimento cattolico, in particolare nella Gioventù Cattolica fondata da Mario Fani (1845-1869) e da Giovanni Acquaderni (1839-1922) il 18 settembre 1867, sesto anniversario della battaglia di Castelfidardo fra le truppe pontificie e l’esercito italiano.
La parabola umana di Dossetti è emblematica per comprendere come sia difficile prescindere dalla politica per dare un giudizio sul cattolicesimo democratico anche nei suoi rapporti con il Magistero delta Chiesa: egli lascia la politica quando capisce che solo attraverso l’azione culturale e religiosa si possono cambiare le società e poi fonda un istituto di vita religiosa per ritornare quindi in qualche modo alla politica al tramonto delta sua vita, nel 1994, per difendere
I cattolici democratici continuano a operare culturalmente all’interno delle organizzazioni principali del mondo cattolico italiano fino agli anni successivi al Concilio Vaticano II quando, in concomitanza con la rivoluzione culturale del 1968 e in particolare in occasione del referendum contro il divorzio, nel 1974, ritengono opportuno “uscire allo scoperto” con un “NO” chiaro e impegnativo all’abrogazione della legge divorzista, atteggiamento che avrebbe dovuto e potuto escluderli dalla comunione cattolica se solo fosse stato sanzionato canonicamente. Ma, nonostante i ripetuti interventi di condanna di papa Paolo VI (1963-1978), questo non avviene, come non era avvenuto quando il Presidente del consiglio, il democratico cristiano Emilio Colombo, aveva firmato la legge sul divorzio il 10 dicembre 1970, e non avverrà quando nel maggio del 1978 il Presidente della Repubblica, quello del consiglio e i ministri competenti, tutti democristiani, voteranno la legge che introduce il diritto d’aborto nell’ordinamento giuridico.
Il problema credo sia rappresentato da quell’intreccio di amicizie e appartenenze culturali fra ecclesiastici, politici e uomini di cultura che accompagna la storia della Chiesa italiana dopo la morte di papa Pio XII (1939-1958) e che costerà la solitudine di Paolo VI durante gli ultimi dieci anni del pontificato, dopo che nel 1968 aveva “osato” sfidare il mondo cattolico progressista anche a livello internazionale con la pubblicazione dell’enciclica Humanae vitae, dove viene ribadita la dottrina della Chiesa sulla morale sessuale e sulla duplice finalità, unitiva e procreativa, del matrimonio. Secondo molti studiosi è proprio a cominciare da questa enciclica che si manifesta l’opposizione sistematica contro il Magistero all’interno del mondo cattolico.
Emerge così il problema più grave e importante, quello inerente al rapporto fra il Magistero e i cattolici democratici così come è apparso in modo clamoroso in occasione della presentazione del disegno di legge suite unioni di fatto sostenuto da un ministro, Rosy Bindi, che dal cattolicesimo democratico direttamente proviene, e da un Presidente del consiglio anche lui cattolico, seppure “adulto”, come ebbe a sostenere in occasione del referendum suite legge 40 quando scelse di andare a votare in disprezzo delle indicazioni della Conferenza episcopale che invitava all’astensione per evitare un ulteriore peggioramento della legge sulla procreazione assistita. I cattolici democratici non amano l’intervento del Magistero perché lo considerano un’ingerenza nella politica, alla quale riconoscono l’autonomia che si deve alle realtà temporali. Tuttavia essi confondono la doverosa autonomia riguardo ai mezzi e alle modalità, che spetta alla politica, con l’esistenza di una legge eterna e naturale alla quale ogni politica è tenuta a ispirarsi e a tener conto nella promulgazione delle leggi positive. Laicamente, ma nella verità.
Ricorda
«Tutti sappiamo quale recente vicenda sia stata agitata in questo Paese specialmente circa la questione dell’indissolubilità del matrimonio, e sappiamo come una larga maggioranza dell’amatissimo Popolo Italiano si sia pronunciata in favore d’una legge che ammette una certa facile possibilità di divorzio.
Pur troppo. Ciò è per noi motivo di stupore e di dolore, anche perché a sostegno della tesi, giusta e buona, dell’indissolubilità del matrimonio è mancata la doverosa solidarietà di non pochi membri della comunità ecclesiale; vogliamo supporre che essi abbiano agito senza rendersi pienamente conto delle gravi incidenze del loro comportamento, anche se l’autorevole e pubblico richiamo fatto alle esigenze della legge di Dio e della Chiesa non avrebbe dovuto lasciare alcun dubbio. Questa legge, ricordiamolo, non è cambiata; e perciò, affinché tale comportamento non si converta in loro perpetuo rimorso, vogliamo auspicare che anch’essi effettivamente si facciano con noi, cioè con
(Paolo VI, Discorso agli sposi novelli del 15 maggio 1974).
Bibliografia
Gabrio Lombardi, Perché il referendum contro il divorzio? 1974 e dopo, Ares, 1988.
Augusto Del Noce, Rivoluzione, Risorgimento, tradizione. Scritti su «Europa» e altri, anche inediti, Giuffré 1993 e Idem, Cristianità e laicità. Scritti su «Il Sabato» e vari anche inediti, Giuffré, 1998.
M. Invernizzi, Appunti sulla storia e sul «progetto» dei «cattolici democratici», in Cristianità, n. 156-157, aprile-maggio 1988.
M. Invernizzi, I cattolici contro l’unità d’Italia? L’Opera del Congressi (1874-1904). Con i profili biografici dei principali protagonisti, Piemme, 2002.
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