IL CRISTIANO E LA
POLITICA
IL CRISTIANO che intende orientarsi per capire l'azione della
sfera politica parte dall 'idea che Dio è il creatore di tutto l'universo ed è
il senso di tutto ciò che esiste nei cieli,sulla terra e sotto terra,ma essendo
uno spirito infinito non può essere immediatamente riconoscibile e venerato
dagli esseri creati se non attraverso suo figlio Gesù Cristo,Re e Signore
dell'universo,Immagine del Padre, il quale è allo stesso tempo Salvatore del
mondo dal peccato, ovvero dalla disobbedienza degli esseri a Dio a causa della
loro libertà . Questo in ossequio al primo di tutti i comandamenti che
insegna all'uomo la realtà e il senso di tutto l'esistente visibile e
invisibile .
Il cristiano per orientarsi nella sfera politica, quindi ,si
ispira alla storia sacra e ha due strade davanti,una che abbraccia tutta la
storia dell' uomo accertata e una che si rivolge quasi esclusivamente al
vangelo come modello di comunità orientata al bene comune . La prima strada che
guarda a tutta la Storia
Sacra , vede questa storia camminare come una spirale che gira
attorno a un asse portante che è quello della Legge Naturale espressa
attraverso i comandamenti rivelati sul Sinai . Al cristiano non interessa tanto
la storia del progresso scientifico e tecnologico che è stato raggiunto
per gradi dall’umanità quanto il sistema di vita dei popoli .
All'inizio della storia c'erano piccoli gruppi familiari
che regolavano i loro rapporti di vita comune basati sulla sapienza dei
capostipiti,ma quando divennero numerosi, si formarono popoli e
imperi e fu necessaria la pubblicazione di codici di condotta, di norme
comuni pubblicati di fronte ai quali non era possibile emendarsi . Così
avvenne per il popolo eletto,quello ebraico, che da tribù familiare divenne una
nazione dove non era più possibile basarsi nella sfera politica sulla potestà
dei capostipiti o pater familias. Essa si basava sia nei
pagani (naturale ) e sia negli ebrei (rivelata ) su leggi oggettive
universali ricavate dalla semplice interrogazione della
ragione .
Questa stessa legge rivelata o naturale indicava
loro chi erano gli interpreti e chi doveva amministrare la giustizia e quale
era il fine stesso della politica . Essa si basava sia nei pagani e sia negli
ebrei (rivelata ) su un principio comune espresso
in una forma molto semplice ed essenziale o arcaico con la legge
detta del " taglione ",dove la giustizia veniva amministrata in
misura del danno provocato al simile . Una giustizia basata sul prezzo
giusto da pagare in cui la pedagogia era la sentenza stessa e non una cosa a
parte trasformandola o alleviando una sentenza ,magari
annullandola . A tanto si puniva con tanto e poteva essere una giustizia molto
approssimativa,ma era sempre oggettiva ; era sempre qualcosa
valido per tutti. Al contrario della giustizia odierna dove
darwinianamente il più forte vince sempre e determina tutte le leggi secondo
gli interessi dei gruppi di potere più combattivi, dove il popolo delegherebbe
con contratti (truffa ) delle persone a scrivere delle leggi e applicarle
spesso nascondendosi sotto le spoglie di una maggioranza o volontà
popolare........, Ma gli antichi nelle loro forme originarie di codici
,basandosi sulla semplice legge di natura , erano oggettivi
rispetto alla giustizia da praticare,infischiandosene del volere delle
maggioranze o minoranze o altri gruppi di potere : a tanto danno corrispondeva
tanto da pagare, maggioranza o non maggioranza, secondo un principio molto
semplice da applicare alla portata di tutti,non mai di vendetta ! Sia ben
chiaro la legge del taglione che non è una legge di vendetta ma di
giustizia ,è una legge divina espressa in codici e leggi particolari
!!!!
Il cristiano che si orienta nella politica allora si basa allora
su dei principi generali sempre validi per tutti nella ricerca del bene comune
e questi principi sono la legge naturale e non il principio della carità
evangelica basata sul reciproco amore e si propone ben altri obbiettivi
come quello di far raggiungere ai fedeli la salvezza eterna nell 'imitazione
della vita umana di Gesù Cristo . Infatti quando il cristiano si propone
l'attuazione del vangelo in una comunità di fede,non mira più al bene
comune basato sulla giustizia naturale ma osserva dei principi evangelici
basati sul perdono e la carità individuale, al di là della giustizia umana o
divina da amministrare ai simili a livello pubblico e oggettivo. Il vangelo
infatti non può essere preso a norma dei codici civili perchè esso si basa
sulla volontarietà dei singoli ,non sempre disponibili ad attuarlo e a viverlo.
A questo punto abbiamo due orizzonti davanti per il cristiano
che si interessa della cosa pubblica inserito in una società civile: la legge
del vangelo o la legge del decalogo o naturale . Se un cristiano è
impegnato sul piano pubblico non ha altra scelta che la legge naturale ,mentre
a livello privato ,resta sempre il vangelo il mezzo di salvezza e di imitazione
del Maestro. Ci sarebbe da fare poi il discorso sull' attuazione del Regno di
giustizia su questa terra ,ma questo è intimamente legato alla legge naturale
da attuare ed è un obbiettivo futuro riguardante più la teologia della storia,
cioè al senso da dare alla storia umana sulla terra .
c.r.
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