mercoledì 25 gennaio 2012

PROLEGOMENI


PROLEGOMENI

DISCORSO CHE VIENE PRIMA DI OGNI ALTRO DISCORSO POLITICO



Prima di iniziare un qualsiasi discorso politico bisogna definire

che cosa sia la politica e quali siano i suoi obiettivi e, solo

individuati questi, bisogna dedurre poi quali siano le conseguenze

di una tale impostazione del discorso .

Se la politica è l'esercizio del potere che mira, in una societa' di

uomini, ad agire e a governare per il bene comune di tale

societa',allora bisogna partire dal concetto di " bene per essa " e

vedere cosa esso sia per adeguare il potere e la politica o il

governo a questo " bene per la societa' " e per i singoli individui di

questa societa'.

Stiamo parlando di bene della societa' in primo luogo , badate

bene ,e non del bene del singolo cittadino e della sua anima o del

religioso o della donna o dell'uomo o di un determinato gruppo

sociale o classe sociale .

Una societa' puo' formarsi solo se degli individui accettano gli

stessi principi etici che determinano ll loro agire , altrimenti non

sara'mai possibile un accordo e si deve procedere solo per

compromessi morali che minaccerebbero le basi stesse della societa'

e dei singoli a lungo andare . E' chiero che non potranno mai essere alcuni principii evangelici che riguardavano i discepoli ....alla società non si puo proporre il ..." volgere l 'altra guancia "

Ora sui problemi etici e morali validi per tutti non ci potra' mai essere alcun

compromesso , altrimenti si fanno crollare le basi su cui si fonda

la societa'stessa , mentre su determinate scelte di ordine

amministrativo e pratico ci possono essere anche divergenze quando

si cerca un determinato bene di carattere pratico in un dato

momento .

Perché sui dati etici della siocieta' non ci puo' essere mai un

compromesso , pena la rovina della societa' stessa ?

Perché questi dati etici sono nella natura stessa dell'uomo , cioè

l'uomo nasce con questi valori e vive per questi valori e non può

farne in alcun modo a meno e l'autorita' ne è la garante in quanto

presiede a questi valori in nome dei quali amministra il bene comune

e trae il proprio motivo di essere e la sua stessa autorita'.

Ogni trasgressione dell'individuo sul piano personale di questi

valori sono una minaccia al suo bene personale e ogni trasgressione

sul piano sociale rappresenta un male per se' e per gli altri membri

della societa' a cui appartiene e quindi puo'essere soggetto a

contestazione e a pena .

I valori fondamentali che determinano la fondatezza di una societa'

e dell'uomo stesso sono quelli che si ancorano alla sua verita'

fondamentale e sono valori oggettivi che esistono indipendentemente

dalla sua comprensione, nella natura stessa delle cose . La verita'

dell'ordine dell'univesro l'uomo la scopre dentro di se e ne deduce

le leggi che sono leggi oggettive .Ma non è nemmeno necessaria che

la scopra , quanto che vi si adegui e la interiorizzi al proprio

essere.Questa verita' e' gia stata tutta data nell'uomo e nel

creato perché è costitutiva dell'essere umano e non va soggetta a

ulteriore scoperta ,ma va solo ammirata e applicata nazione per

nazione , cultura per cultura , zona geografica per zona

geografica , uomo per uomo .

I valori fondamentali sono quelli dati nella legge naturale e non si

possono cambiare perché fanno parte della verita' dell'universo .

Bisogna cambiare la verita' del cosmo per cambiare le sue leggi

fondamentali ma ciò è impossibile .

I valori fondamentali sui quali si instaura la convivenza umana sono

i dieci comandamenti che prima di essere stati consegnati e,

quindi rivelati da Dio a un uomo , Mose', sono gia' tutti nella

natura umana e fanno parte del suo DNA.

Essi erano conservati in un' Arca e in un Tempio per essere

adorati .

Ma come seguito ad ogni comandamento bisognerebbe aggiungere la

frase : "per non morire". "Ama il Signore tuo Dio, per non

morire ": "Ama tuo padre e tua madre , per non morire :non

uccidere, per non morire "…ecc. , in modo da renderli piu'

comprensibili e avvertirne le conseguenze

sul piano personale e sociale di una tale trasgressione .

Essi incarnano nello stesso tempo un'esigenza di giustizia e

mentre esplicitano la giustizia ne considerano la trasgressione di

questa giustizia .

L'agire privato o pubblico dell'uomo sotto tutte le latitudine di

qualsiasi religione infatti puo' essere giusto o ingiusto,

depravato o buono , in base a questo metro fondamentale che egli

trova in se stesso e in questa legge rivelata . Tutte le

legislazioni della terra scritte o orali sono legate a doppio filo a

questa legge naturale chi piu' e chi meno e chi si oppone a questa

legge se la trova contro e ne paga il prezzo . Spesso un prezzo

molto salato .

Questa legge interiore dalla quale l'uomo deduce il giusto

prezzo ,la giusta misura o la giusta

comprensione o pagamento , è chiamata anche legge del taglione :

occhio per occhio ,dente per dente , vita per vita , scalfitura per

scalfitura . Il pagamento del giusto prezzo rappresenta la giustizia

tra uomo e uomo e tra l'uomo e Dio in caso di trasgressione e

violazione di questa legge universale .

Questa legge universale di giustizia è l'opposto della legge di

carita' , di amore di sacrificio per l'altro che Gesu' salvatore è

venuto a insegnare a ogni uomo per ottenere egli, l'uomo, la

misericordia di Dio delle violazioni a questa legge di giustizia

che ogni individuo commette .

Gesu' propone all'uomo una via personale e facoltativa per non

incappare nella condanna della giusta legge e per sottrarsi al

giudizio e al pagamento del giusto prezzo rispetto alla giustizia

divina e umana violata.

Gesu' nel discorso della montagna propone all'individuo un'altra

legge facoltativa e non imposta dalla natura : "volgi l'altra

guancia", cioè la legge del perdono e dell'amore :ama il prossimo

tuo .

Ma questa legge del perdono e dell'amore non è una legge naturale

del giusto prezzo , ma un consiglio personale ad ogni individuo

rispetto a quella giustizia violata .

Non è una legge che deve seguire chi governa l'autorita' pubblica o

chi presiede al bene comune degli uomini . Un uomo dell'autorita'

pubblica puo' seguire la legge evangelica nei suoi rapporti

privati ,ma non in quelli pubblici .

Se un giudice perdonasse il ladro o l'omicida o il violentatore

commetterebbe una grave ingiustizia e

contraddirebbe il significato del suo essere giudice pubblico.

Se un poliziotto non intervenisse , ma perdonasse il ladro o

l'assassino o il criminale , sarebbe un criminale prima lui .

Nell'ambito del bene comune i dieci comandamenti ruotano intorno

alla legge del taglione o del giusto prezzo . E se è la vita che è

stata violata, la misura è la stessa vita o qualcosa che ne paghi

la vita o che sostituisca la vita stessa nel pagamento , come la

liberta' che è un bene supremo nell'ambito della societa' e dei

rapporti tra individuo e individuo .

Il bue ucciso puo' essere pagato o con un altro bue o con qualcosa

che abbia lo stesso valore e ne rappresenti un prezzo adeguato .

L'autorita' pubblica quindi non segue il discorso della montagna ,

ma la legge del taglione per presiedere al bene comune .

Invertire o confondere le due leggi significa cadere nell'anarchia

e nella confusione ; esse vanno tenute separate e distinte come

l'autorita' pubblica è distinta da quella civile e spirituale . Il

fine ultimo è il bene integrale dell'uomo .

Come è diversa la comunita' religiosa o monastica che si ispira al

discorso della montagna , cosi è diversa e distinta la societa'

civile . Le leggi che valgono nell'una non valgono per l'altra .

Spesso la societa' civile ha preso come modello la comunita'

religiosa copiando il rapporto di uguaglianza , fratellanza e

liberta' e applicandolo sul piano civile ottenendo solo dei

risultati catastrofici perché l'amore al singolo non si impone e non

si comanda perché questo è qualcosa che solo liberamente e

personalmente l'individuo puo' dare . Spesso si è preso a pretesto

la prima comunità di Gerusalemme (Atti. 5), ma non si è capito che

quella non era una società civile , ma una comunita' religiosa che

seguiva il discorso della montagna di Cristo !

La legge del perdono che vale nella societa' religiosa se la si

introduce nella legge del diritto naturale e civile dello stato si

crea l'anarchia , la quale stritolera' i trasgressori della legge

naturale con la pena adeguta . La legge naturale distrugge e uccide

chi vi si pone contro , ma premia chi vi si addice e vi si

sottomette . Una nazione che vi si sottomette troverà la sua via e

la sua liberta' perché aderira' al bene . Il bene poi non è

soggetto a votazioni o a opinioni .

Il bene è la verita' stessa che è eterna e infinita . Questa verita'

eterna è infinita che ha espresso l'ordine e la legge non è

soggetta ad approvazione da parte dell'uomo , ma solo ad una

adesione che deriva dal fatto che egli si scopre creatura creata in

quest'ordine dell'universo fondato da Dio .

Alla verita' gia' data ci si adegua , non ci si oppone, né la si

ignora perché negarla sarebbe non riconoscerne la propria natura

di essere creati e dipendenti .

La verita' non l'ha creata l'uomo , essa è già data ; egli vi si

deve solo adeguare .

Percio' l'adesione e adeguazione e non la violazione e non

l'approvazione da parte di qualsiasi maggioranza democratica e non

democratica , costituisce la condizione ideale per lo sviluppo in

ordine alla verita' e alla crescita della societa' e della

politica . Una societa' che vi si adegua pone le basi del suo futuro

e della sua crescita .

La verita' non è soggetta a voto democratico perché essa è vera

anche quando avesse il voto contro del popolo . Un'autorita' sulla

verità non transige e non patteggia : la impone in quanto essa

presiede a questa legge del bene . Il bene è legato alla verita' che

si esprime anche nella legge .

I due poteri civile e religioso non sono uno contro l'altro, ma

camminano sullo stesso piano avendo

di mira uno il bene sociale che impone con l'ordine morale della

legge di Mosè o naturale, e l'altro

guarda al bene spirituale delle creature destinate a un futuro di

cerature di Dio liberate dal peccato e dal limite della morte fisica

e spirituale .



c.e.








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